Sabato 15 maggio la Città di Verbania commemora il Beato Contardo Ferrini con l'istituzione della 1a edizione del Premio Letterario a lui dedicato per riscoprire l'eccezionalità dell'uomo e l'attualità del suo pensiero.
Nato a Milano nel 1859, dopo una vita, seppur breve, dedicata a studi, ricerca in materia di Diritto ed insegnamento universitario, morì a Suna nel 1902, dopo essersi ammalato di tifo per aver bevuto dell'acqua ad un ruscello durante un'escursione al Pizzo San Martino in Valle Anzasca.
Fu Contardo Ferrini un grande amante della natura ed entusiasta e forte alpinista, passione stimolata fin dalla tenera età dal padre, nelle cui vene scorreva sangue svizzero, che a Suna aveva acquistato casa e costituito tra i villeggianti una specie di Club Alpino con il quale venivano effettuate frequenti escursioni nelle montagne vicine.
Convinto assertore che la pratica alpinistica ed il sentimento della natura, "preziosa dote delle anime privilegiate", fossero fondamentali come scuola di vita e come strumenti di elevazione dello spirito, scriveva: "Povera adolescenza che cresce rattrappita, misera di corpo e di spirito, senza idee e senza coraggio, che non conosce altro passeggio che il corso, altri orizzonti che quelli del balcone, altri spettacoli di natura che quelli letti sui libri! Povera gioventù senza coscienza e senza dignità, che s'occupa di mode, di romanzi, di teatri e di gale e non s'è ancora perigliata sul ciglio d'un abisso, non ha peranco toccata la cima nevosa d'un monte! ....... Felici coloro che sono chiamati a questa scuola robusta ed efficace! Datemi quel ragazzo che cresce aderente, come l'edera, alle vesti materne, privo di individualità e di iniziativa, pieno di codarde paure per diventare un più codardo libertino, datemi quel ragazzo, ch'io lo conduca per le Alpi nostre. Impari a vincere in quegli ostacoli di natura le future difficoltà della vita; impari a gioire al sole nascente contemplato da uno sperone di monte, al sole cadente che incendia i vasti ghiacciai, al chiarore di luna che scherza nella valle deserta. Colga il fiore che cresce al limite delle nevi perpetue ed esulti di tanto riso di cielo fra gli orrori del monte! Quel ragazzo tornerà fattosi uomo, e la sua coscienza morale non ne avrà scapitato."
Straordinaria è l'attualità di cui queste poche righe, che fanno meditare su tematiche dei giorni nostri.
Le ascensioni del Ferrini, fatte da solo o in compagnia di qualche amico, spaziavano dai ghiacciai del Monte Rosa e dalla Punta Gnifetti alle Alpi svizzere, dai Corni di Nibbio al Pedum, al Togano, al Tignolino, al Monte Leone, al Breithorn, al Pizzo d'Antigine, al Bottarello, all'Andolla, alla Weissmies, alla Jungfrau, a tante altre vette ancor oggi di importante rilevanza alpinistica. Tra i suoi compagni di escursioni va citato Achille Ratti, poi Papa Pio XI, alpinista e protagonista della prima traversata del Rosa.
Alla guida di comitive, mansione per la quale era molto richiesto, poiché oltre ad essere esperto delle vie era anche preparato conoscitore dei luoghi sia sotto l'aspetto storico che naturalistico, lo si vedeva di frequente sulle nostre cime più vicine Marona e Zeda che raggiungeva pernottando al rifugio alpino del Pian Cavallone, edificato dalla sezione CAI Verbano negli anni 1882 - 1883.
Contardo Ferrini ora riposa nella cripta della cappella dell'Università Cattolica di Milano, il suo cuore è custodito nella Chiesa di Santa Lucia a Suna. Fu proclamato Beato da Pio XII nel 1947.
Parti tratte da "La vita di Contardo Ferrini" narrata da Carlo Pellegrini - Torino, Società Editrice Internazionale, 1928.