L’anno scorso non abbiamo raggiunto il numero sufficiente per effettuarla, quest’anno avremmo potuto riempire 2 pullman … peccato però che il tempo, che notoriamente come le donne e il c…, fa ciò che vuole non ci abbia assistito. Infatti già venerdì si era deciso di ricorrere al piano B, consistente nella visita a piedi della Torino meno conosciuta e nel trasferimento a Venaria in pullman e non in bicicletta, causa previsioni meteo disastrose. A nostro parere è andata ugualmente bene, però anziché una passeggiata in bici abbiamo fatto un trekking urbano. Dopo questa premessa eccoci alla cronaca della giornata. La partenza da Possaccio è avvenuta alle 7, quindi un orario quasi comodo; abbiamo fatto le consuete soste a Suna e a Gravellona per raccogliere tutti i partecipanti (51!!) e in circa 2 ore siamo arrivati in piazza Castello a Torino. Qui, sotto un cielo grigio ma tempo asciutto, abbiamo trovato ad attenderci le nostre guide, signor Antenore e la sua gentil consorte signora Antonella. A furor di popolo ci siamo concessi una sosta tecnica nei vari bar dei dintorni onde poter soddisfare le esigenze fisiologiche, dopodiché abbiamo iniziato la visita alla città. Partendo da piazza Castello, i nostri accompagnatori hanno cercato di dare un senso cronologico alla nostra esplorazione, perciò ci siamo diretti dapprima verso la Porta Palatina, l’unica rimasta a testimoniare il passato della Augusta Taurinorum di epoca romana.
Come tutti sanno infatti Torino era un avamposto romano sulla via delle Gallie, conserva ancora oggi le caratteristiche degli accampamenti di quell’epoca con le strade principali che si incrociano ad angolo retto ed è costruita tra corsi d’acqua (il Po, la Stura, le due Dore, Baltea e Riparia) che avevano la funzione di difenderla dalle incursioni nemiche. Da qui siamo passati alla Torino medioevale, molto poco conosciuta e di cui poco è rimasto. Abbiamo quindi proseguito scoprendo la città Sabauda con tutti i suoi monumenti più belli che la caratterizzano. Tra questi la galleria San Federico, con il famoso cinema LUX, che all’epoca del fascio si chiamava DUX; la monumentale piazza S. Carlo, con il monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto, duca di Savoia e chiamato dai torinesi “caval d’brons”, ma anche le fontanelle che sono disseminate nei vari angoli della città dette “turet” perché caratterizzate dalla testa di toro (simbolo della città), che butta acqua dalla bocca. Sempre in piazza S. Carlo si trova (ma nessuno lo sa) una lapide che ricorda le sommosse di popolo che ci furono quando i Savoia, ormai re d’Italia decisero di trasferire la capitale del regno da Torino a Firenze e in cui morirono 52 torinesi; Palazzo Carignano, piazza Carlo Alberto, la galleria Sabauda dove c’è la sede del CAI nazionale e dove è d’obbligo la foto di gruppo.
Proseguiamo quindi percorrendo strade poco frequentate dai turisti tradizionali ed arriviamo nei pressi della Mole Antonelliana che abbiamo il privilegio di vedere da una prospettiva inconsueta ma estremamente suggestiva e completa, grazie alla conoscenza della città posseduta dalle nostre guide. Nel frattempo si è messo a piovere con una certa intensità ma il nostro giro sta per concludersi e tutto sommato ci è andata di lusso. Passiamo accanto al teatro regio e ci riportiamo in piazza Castello, che ammiriamo ancora una volta stando all’asciutto grazie ai portici che sono una delle caratteristiche della città. Il nostro trekking urbano si conclude con la visita della chiesa di S. Lorenzo, esempio emblematico del barocco piemontese, più discreto, meno pesante del barocco leccese o austriaco. Alle 13 dunque, salutati Antenore ed Antonella, risaliamo sul pullman che il fedele ed efficiente Giuseppe ci fa trovare in piazza Castello e partiamo alla volta di Venaria Reale.
Qui giunti, sempre sotto la pioggia, ci rechiamo alla biglietteria dove, presentata la nostra prenotazione ci vengono dati i biglietti per l’ingresso, previsto per le 15. Abbiamo perciò il tempo per uno spuntino che avrebbe dovuto essere all’aria aperta ma col tempo che c’è .... Ci dividiamo in vari gruppetti ed “occupiamo” i numerosi bar, bistrot, trattorie che abbondano sulla via principale (che guarda caso si chiama via Mensa).
La visita alla reggia avrebbe dovuto essere guidata, o per lo meno Avio ed io avevamo capito così; in realtà la prenotazione serviva solo per avere la certezza dell’ingresso all’ora assegnataci, e questo è stato l’unico inconveniente di rilievo. Tuttavia tutti hanno apprezzato gli ambienti del palazzo che avrebbe dovuto rivaleggiare con Versailles. Peccato che non abbiamo potuto goderci i giardini che col bel tempo sarebbero stati molto più suggestivi.
Alle 17,15, puntualissimi e addirittura in anticipo sulla tabella di marcia, siamo ripartiti da Torino e dopo un viaggio tranquillo siamo rientrati a Verbania intorno alle 19.