Binn accoglie i 50 partecipanti all’escursione ancora sonnecchiante in questa domenica di inizio autunno: la piazzetta, il frantoio ad acqua, il ponte, le case di legno, le finestre infiorate dai mille colori, i giardinetti con ortaggi rigogliosi frammisti a fiori.
Il sentiero si inerpica in un bel bosco di larici ed abeti, allontanandosi via via dall’ombra del fondovalle per raggiungere il sole delle zone prative.
La lunga fila degli escursionisti disegna un variopinto e vociante serpentone che, nei tornanti ravvicinati e ripidi, pare persino guizzante.
Si è affiancati dai versanti nord delle nostre valli: Formazza, Devero, Veglia e su fino al Sempione. Che montagna è questa? E quella? Dev’essere questa, deve essere quella. Si intrecciano pareri, illazioni, piccole discussioni per l’identificazioni delle innumerevoli cime che ci stanno di fronte. L’unica, inconfondibile, che tutti riconoscono e sulla cui identità non vi sono divergenze, perché si presenta come si vede dal Devero, è la Rossa, elegante e staccata. Le cime più alte sono già in assetto invernale.
Si sale, si sale sempre in terreno aperto, fino ad un colletto, da cui si aprono le finestre sul paradiso. Tutto l’Oberland è lì davanti a noi, e non solo lui, perché là, in fondo a sinistra, lontani vi sono anche tutti i Mischabel e a destra, a chiudere un cerchio incantato, il Furka. Nebbie sparse ammantano parte di quei giganti, lasciando scoperte le cime.
Una lieve depressione e poi l’ultimo strappo per raggiungere la cima, la croce, i pannelli con le fotografie ed i nomi delle montagne dei due versanti. Non si sa più dove guardare, si è quasi frastornati da tale e tanta meraviglia.
La discesa è sul versante opposto: un breve tratto molto ripido su terreno aperto verso la vallata di Goms, l’altopiano dell’Alto Vallese che fu la culla della civiltà Walser, sempre con l’Oberland davanti agli occhi, e poi giù verso Ernen in un ambiente appena toccato dai colori autunnali, in un fantastico e rado bosco di larici secolari, con esemplari superbi che raccontano, attraverso dimensioni e fattezze, storie di lotte furibonde con bufere di vento, di acqua, di neve.
A Ernen “un villaggio senza tempo che sembra essersi fermato al Medioevo, immobile in un’austera armonia” ci attende il bus, proprio davanti alla “Casa Museo Jost Sigristen”, una possente casa in pietra (tra le molte di legno) del 1500 con affreschi su tutta la facciata. Non c’è tempo per visitare questo gioiello di paese, ci torneremo!