15 febbraio 2009
“Ore 7,00 - piazza Cavour”: con la guida di Pinuccia e Mario in 37 muovono dall’antica “Cima d’Intra” e guadagnano rapidamente la collina. A Biganzolo, (in Pastura) Mario, trova il tempo di mostrare agli escursionisti una torbiera. Dopo la Chiesa di Ceredo, consacrata al patrono degli alpinisti S. Bernardo da Mentone, il gruppo si inoltra nel parco della Trinità. Là dove la Chiesa si accompagna al Ristorante e al Centro visite, il gruppo si ricongiunge con altri 15 amici, mentre in 7 arrivano in auto, avendo osservato l’orario di partenza “ore 8,00 Piazza Cavour” scoordinato, in altro opuscolo, dall’orario storico.
In 59 ripartono, inseguiti da 2 ritardatari che ci raggiungono a Donego. Nel frattempo a Barbè, Franco Rossi, attuale Vice Presidente, incontra un pezzo di storia CAI anni ’50: il famoso “Nino di Ghiffa” che, emigrato a Oggebbio, dalla sua villetta di Barbè, ci vede passare ogni anno.
A Donego su un architrave in pietra è incisa una piccola croce che il Biganzoli Antonio, indagatore di incisioni rupestri, ha giudicato provenire da antichissime abitazioni di cristiani, che così si rivelavano come tali in mezzo ai romani pagani. C’è da supporre dopo Costantino, considerato gli usi e i costumi loro riservati in precedenza.
Da Donego scendiamo a Cannero, per evitare sia il sentiero franato in Val Cannero, dopo Oggiogno, sia quello di emergenza che, dall’Alpe Faiet, permette ancora di raggiungere il ponte sul rio Cannero, in quanto ancora molto innevato.
Risaliamo a Pian Cassone, aumentati di numero per il gruppo in partenza da Cannero e da qui, lungo l’antico sentiero per Viggiona, da dove si gode una straordinaria vista sul lago, raggiungiamo il Circolo Martiri Viggionesi.
Due sono ad attenderci in auto: siamo così in 90, numero record nella storia del percorso.
Congratulazioni dei viggionesi presenti al Circolo. Splendida accoglienza da parte del gestore, pranzo ottimo, abbondanti libagioni, canti della tradizione intrese accompagnano il menù.
Si scende a Cannobio lungo la mulattiera che partendo dalla grande chiesa di Viggiona, percorre la via Crucis (lapide del Lel) fino alla “chiesa dei morti”del locale cimitero che annuncia la sottostante roccia del “sempre aspetto”. Voci sempre più ricorrenti lo fanno risalire all’editto napoleonico di Saint Cloud, celebrato qui non meno onorevolmente che nei Sepolcri del Foscolo.
Un pullmann speciale di 85 posti, straordinaria conquista sindacale di Giovanni Leti presso il Conser VCO, ci riporta a casa avendo cura di far scendere lungo il percorso, a Cannero e a Ghiffa i gruppi che si erano là dislocati. Tutti vengono salutati dal vociare altisonante della comitiva che raggiunge alfine Intra alle prime luci della sera.
Da ripetere, a grande richiesta, nei prossimi anni.