In una bella giornata di fine febbraio e con tanta tanta neve, 22 escursionisti ciaspolatori del CAI Verbano si sono recati ad Alagna per salire all’Alpe Sattal (m.2097): un alpeggio rimesso a nuovo dopo anni di abbandono e con tanta fatica da Giuseppe detto Giò.
Questo itinerario (segnavia nr. 9), facile d’estate e un po’ meno d‘inverno, soprattutto in un anno eccezionale come questo con così tanta neve, che ha ristretto notevolmente il sentiero rendendolo un po’ esposto in alcuni passaggi, ha la caratteristica di essere immerso in una contesto naturale meraviglioso e selvaggio nello stesso tempo. Lungo il cammino si incontrano alpeggi di vecchie abitazioni walser, ma la cosa più particolare è senz’altro la presenza all’Alpe di Giò, un ragazzo straordinario che ha lascito alle spalle la solita vita decidendo di vivere tutto l’anno in una baita a 2000 metri vicino alle pendici del Tagliaferro.
Dalla sua baita, da lui stesso ristrutturata completamente in pietra a vista, traspare, sia all’esterno che all’interno, il grande amore con cui ha lavorato per anni e anni prima di renderla accogliente e confortevole come è adesso e da dove si ammira un incantevole panorama a 360°.
Le elevazioni più importanti che immediatamente si distinguono sono a nord il Tagliaferro (m.2964) e il Corno del Mud (m.2802), a ovest il Monte Rosa (m.4599) ed a sud il Corno Bianco( m. 3.320) che divide la Val Sesia dalla Valle di Gressoney. Nelle giornate terse si distingue chiaramente anche parte dell’alta pianura padana.
Dopo una faticosa salita di 850 metri di dislivello “tosti”, percorsi tutti senza mai incontrare un pezzettino di piano, i ciaspolatori hanno trascorso momenti in allegria alla tavola imbandita all’aperto davanti alla baita, ammirando un paesaggio unico per l’abbondanza di neve (2 – 3 metri).
Un grazie sincero va ai 22 meravigliosi escursionisti che hanno creato durante tutta la giornata un gruppo unico carico di simpatia.
Complimenti speciali vanno ai due soci ed amici che alla loro prima esperienza assoluta con le ciaspole, hanno dato il meglio di sé, in un percorso non proprio tra i più agevoli.
Un altro grazie sincero va anche a chi ha collaborato per la buona riuscita dell’escursione.