Siamo partiti di buon’ora (erano le 4,45) con un po’ di rammarico per aver lasciato a casa Elena ed Eugenia, all’ultimo momento impossibilitate a partecipare alla gita.
Ci siamo contati in 38 assonnati e consapevoli delle belle ed impegnative giornate che ci aspettavano; solo verso le 7 qualche cenno di risveglio dopo il rituale del caffè nell’area di servizio di OVADA.
Alle 9 siamo arrivati a Levanto e dopo aver accolto Stefania e Daniele, che ci hanno guidato sui sentieri delle Cinque Terre, abbiamo scaricato i bagagli presso l’ostello e dopo aver velocemente calzato gli amici e fidati scarponi siamo partiti.
La vegetazione del Parco delle Cinque Terre, variegata e composita come i boschi di pino marittimo, di castagno, di leccio e di sughero oltre la macchia mediterranea con l’erica, il lentisco, il mirto, la ginestra, l’euforbia, il timo, il cisto, il pitosforo ecc.., ci ha inebriato e stimolato con i suoi profumi.
Da subito il sentiero con i sui saliscendi e gradinate, a volte impossibili, ha fatto realizzare a tutti la severità del percorso e l’impegno che avremmo dovuto profondere.
La temporanea sofferenza, anche grazie ad caldo intenso, è stata ampiamente appagata dai continui improvvisi scorci panoramici di una bellezza il cui ricordo durerà molto tempo nei nostri occhi e nel nostro cuore.
La discesa verso VERNAZZA è stata liberatoria: il fresco, il mare ed “un boccone nello stomaco” per ristabilire equilibri importanti.
L’ora (erano le 15) ci ha fatto desistere dal continuare fino alla fine del trekking programmato e cioè arrivare a CORNIGLIA.
Il rientro a Levanto in treno è stato l’inizio di altre gradite novità: la sistemazione nelle camere (mi ha ricordato la goliardia del periodo della leva militare) e della sospirata, attesa e pantagruelica cena al ristorante Moresco.
Al rientro all’Ostello pur vigendo la tacita consegna: “ora tutti a letto perché domani ci si alza presto” si è saputo di “fughe” per ammirare la luna piena in spiaggia.
Il sottoscritto ha avuto la ventura di dormire nella mitica stanza 6 (neanche fosse la mitica ROUTE 66) ove per buona parte della notte abbiamo attivamente partecipato al concerto per flauto (flauto-lenze) , motosega e decespugliatore.
La mattina, dopo abbondante colazione, il nostro pullman ci ha accompagnati alla stazione per raggiungere con il treno Corniglia, inizio del secondo giorno di trekking.
Dopo pochi minuti di attesa la grande delusione e rabbia quando ci viene comunicato (è un eufemismo) che tutti treni regionali sono stati soppressi per un improvviso sciopero.
Non ci siamo persi d’animo ed abbiamo, seduta stante, riprogrammato la nostra giornata.
Il vecchio proverbio “non tutti i mali vengono per nuocere” è calzato a pennello per tutti noi.
Dopo un breve tratto con treno intercity, ci siamo spostati da Monterosso a Riomaggiore con il battello godendo la magnifica visione dei paesini di Vernazza, Corniglia e Manarola e dei percorsi escursionistici dal mare.
Nel tratto del secondo giorno da Riomaggiore a Portovenere, pur essendo meno impegnativo del primo, non ci sono mancati i vari: “guarda che meraviglia !, che panorama !, che fortuna essere qui .!, che bella giornata!”.
Giunti a Portovenere, dopo un rinfrescante gelato, con il bus-navetta siamo giunti al nostro pullman che ci ha riconsegnato, dopo una breve sosta per rifocillarsi, alle nostre case poco prima della mezzanotte.
Grazie a tutti ed alla prossima.
Alegar !!