Un Paradiso da vivere, un Paradiso dove vivere!!
è la frase di presentazione del sito della Riserva Naturale Regionale del Monte Mars ed è la sensazione che si avverte subito, arrivando a Fontainemore, il Comune sede della Riserva stessa, con il suo campanile svettante, posto vicino ad un bel ponte ad arco molto accentuato, con sotto le acque copiose e veloci del Lys, con lo sfondo delle montagne, con attorno vecchie case di austera eleganza, ben conservate e strade ben tenute, testimoni di una storia prestigiosa.
Sostiamo al centro visite del parco dove Mary, la guida escursionistica messa gentilmente a disposizione del nostro gruppo che ci accompagnerà fino al Colle della Barma, ci illustra la storia e la vita della Riserva stessa: Istituita nel 1993, si estende per 390 ettari sul versante orografico sinistro della bassa Valle del Lys, nel territorio del comune di Fontainemore.
Si prosegue per Pillar da dove inizia l’escursione vera e propria, dapprima su sterrata, nel vallone solcato dal Torrente Pacoulla con devastanti ferite inferte da valanghe di dimensioni inaudite e ancora ben presenti, e poi su bella mulattiera, a tratti lastricata, segni di un passato caratterizzato da intensi traffici con il biellese e dai transiti devozionali della Madonna Nera con il Santuario d’Oropa.
Il primo dei molti laghi che incontreremo su tutto il tragitto è il Vargno, all'ingresso dell'area protetta, con il suo muraglione di sbarramento costruito nel 1916 da una società che intendeva sfruttarlo a fini idroelettrici. Successivamente, a causa di scarse garanzie di tenuta ed a seguito della tragedia del Vajont, il muro venne inciso per lasciare defluire le acque e riportarle al loro livello naturale. Nella parte più bassa e intorno ai laghi, sono inoltre presenti alcuni alpeggi, la maggior parte dei quali ancora attivi. La cima più alta, che domina la zona con la sua imponente piramide, è proprio il Mont Mars che, con i suoi 2600 m, si erge sopra un paesaggio aspro di pietraie e pareti scoscese. Alle conche con i numerosi laghetti si alternano, nella parte alta, le balze rocciose formate da rocce montonate cioè lisciate dall'azione erosiva dei ghiacciai.
I colori, in questa prima parte di tragitto sono prettamente estivi, dominati dal verde dei fitti boschi e dei pascoli e dalla presenza di una varietà infinita di fiori, esaltati dalla presenza del sole che invece ci abbandona mano a mano che ci si avvicina al colle tra pietraie e ampi nevai. Anche i laghi Louc e della Barma, oltre ad altri più piccoli, si adeguano all’ambiente: le acque non ancora liberatesi del tutto dalla neve, assumono riflessi e tonalità particolari dall’azzurro al cobalto, al piombo, al grigio. Il Monte Mars si defila, avvolgendosi in ampi scialli di nebbia, la stessa che ci accoglie al Passo della Barma, impedendo di ammirare quanto di bello ci sarebbe da vedere.
La neve abbondantemente presente anche sul versante opposto, più ripido di quello valdostano, impone una modifica dell’itinerario originale, con la salita, per facile cresta, del Monte Camino, ormai privo di neve. E, dopo la sosta pranzo al piedi della Cappella degli Alpini di Biella dedicata a San Maurizio, la discesa su Oropa che solo a tratti si lascia intravvedere dietro cortine di nubi e di nebbia in dissolvenza, in un’atmosfera surreale e di grande suggestione.