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Partiamo da Verbania di buon mattino. Siamo 34 escursionisti diretti a Valbondione, in Val Seriana in provincia di Bergamo nelle Alpi Orobie, da dove inizierà il nostro  trekking di due giorni. A Gravellona Toce carichiamo gli ultimi escursionisti e via verso la meta. Sono quasi le 7 quando  il sole fa capolino dietro i monti illuminando lo splendido e amato golfo Borromeo. Lo scenario è bellissimo la giornata è splendida e sul pullman aleggia un’aria di grande vivacità e contentezza. In autostrada facciamo una tappa intermedia di un quarto d’ora per la pausa caffè.
Il CAI Verbano alle Orobie: verso il Rifugio CocaAll’inizio della Val Seriana, dopo aver superato Bergamo, Massimo, la nostra simpatica ed estroversa guida, comincia a parlare dei suoi prediletti luoghi con entusiasmo e competenza aumentando in ognuno di noi la voglia di conoscerli. Lungo il percorso, in bus, abbiamo modo di ammirare la bella, ordinata e curatissima Val Seriana. La attraversiamo tutta percorrendo tanti paesi anch’essi incantevoli e splendidi. Insomma abbiamo la sensazione che niente sia fuori posto: fabbriche, case, giardini, strade, rotonde, tutto ordinato e piacevole alla vista. Arriviamo in Valbondione verso le 10. Alle 10,30 inizia il trekking. Il sentiero che porta al Coca, dopo breve tratto su strada asfaltata, si fa subito erto ed a zig zag molto stretto e quasi tutto sotto un fitto bosco di faggi, betulle e ontani. Pochi di noi parlano: abbiamo il sentiero in “bocca”. Qualcuno, dopo un po’, si ferma per “tirare il fiato” e così ne approfittiamo per volgere lo sguardo al paese di Valbondione adagiato in fondo alla valle, oramai in netta lontananza. Alle viste del rifugio Coca, dove dormiremo, la vegetazione termina e la natura di alta montagna si apre per farsi vedere in tutto il suo splendore. Ogni tanto alziamo gli occhi verso l’alto e picchi notevoli si stagliano verso il cielo. La Val Seriana vista dall’alto, a differenza della Val Brembana fatta l’anno scorso, è molto più aspra e più stretta. Domani 1 agosto percorreremo sentieri, vallette, profondi valloni e passaggi di media difficoltà assomiglianti in modo impressionate alla nostra Val Grande.
Il CAI Verbano alle Orobie: la salita al Rifugio CocaManca ormai poco al Rifugio Coca, lo vediamo sopra le nostre teste abbarbicato su un ripido costone di roccia che fa impressione per quanto è esposto verso il precipizio. Saliamo ancora su gradoni scavati nella roccia e notiamo sull’altro versante il sentiero che percorreremo domani scendendo dal Rifugio Curò. Sono però quasi le 13,30 la fame si fa sentire e decidiamo di fermarci per pranzare su un incantevole pianoro sospeso sul nulla a 20 metri sotto il Rifugio! E c’è pure il servizio bar al volo (grazie Paolo, per la tua gentilezza e le deliziose birrette gelate..)
Dopo pranzo raggiungiamo il rifugio, prendiamo possesso delle camere e visto che il pomeriggio è lungo e che la cena sarà servita alle 19,30 decidiamo di andare sul lago Coca ad un’ora del rifugio. Scegliamo di andare senza zaino. La bellezza del luogo e del lago naturale, sovrastato dal monte Scais, dal Passo dei Camosci e dal Brunone, è indescrivibile e invita a rimanere. E pure c’è chi non si accontenta. Difatti, alcuni di noi intraprendono il sentiero per la Bocchetta dei Camosci ma ivi giunti, il panorama gli si nega causa nebbia.
Dopo tanta bellezza e momenti di relax ammirando le cime circostanti (che si sono velate di nubi) rientriamo al rifugio dove la mascotte del gruppo (Nicolò, anni 9, un vero tosto!) impegna in animate partite a carte alcuni di noi prima della buona ed abbondante cena.
Dopo cena l’organizzazione del trekking consegna al Gestore del Rifugio il Gagliardetto del CAI Verbano che viene accettato con piacere e immediatamente esposto nel locale. Dopo la cerimonia e prima dei canti lasciamo questo scritto sul libro del Rifugio:
"Dalle sponde del Lago Maggiore alla Val Seriana oasi immersa nel verde tra le aspre montagne. Da Valbondione ci inerpichiamo su sentiero raggiungendo il Rif. Coca  dove siamo stati accolti con cortesia, familiarità e simpatia dai giovani gestori coi quali dopo un’ottima cena, tra canti e bevande varie abbiamo terminato il primo giorno di escursione. Domani mattina alle 7,30 partenza  per il Rifugio Curò e successiva discesa in Valbondione dei 34 escursionisti."

Il CAI Verbano alle Orobie: sul sentiero che porta al Rifugio CuròIl mattino successivo dopo colazione, quando sono le 7,30, ci riscuotiamo dal dolce tepore del rifugio e zaino in spalla ci  incamminiamo per il Rifugio Curò a ca. tre ore da qui. Rifacciamo, per un breve tratto, il sentiero che porta al lago Curò. Arrivati su un piacevole e ampio vallone, attraversiamo il ruscello che nasce dal lago omonimo, pieghiamo a destra e imbocchiamo per erta salita il lungo e tortuoso traverso che ci porterà al Rifugio Curò. E’ soltanto mezz’ora che camminiamo quando il sole ci coglie sul tratto più suggestivo del percorso: il sentiero sale e scende, a volte dolcemente e a volte tra altissime pareti rocciose i cui strati verticali ci danno la sensazione di essere in Val Grande tra le rocce delle “Strette del Casè”. Dal sentiero, a volte comodo a volte tortuoso e disagevole, si gode però un magnifico ed ampio panorama con l’onnipresente monte Presolana (montagna simbolo della Valle). L’ambiente che ci Il CAI Verbano alle Orobie: sul sentiero che conduce al lago Barbellinocirconda è pieno di picchi montuosi, cuspidi affilati e selvaggi. Le vallette sotto i nostri piedi precipitano a valle vertiginosamente. Non ci possiamo distrarre: è un sentiero che richiede molta molta attenzione. Volgendo lo sguardo all’altro versante della valle oltre alla montagna simbolo che è la più massiccia, scorgiamo in lontananza un’infinità di monti, valli, sentieri, alpeggi e malghe dei quali con dispiacere non ne conosciamo il nome. Il CAI Verbano alle Orobie: la discesa al lago BarbellinoTutto intorno è bello e sorprendente e ammiriamo stupiti la bellezza selvaggia del luogo. Dopo un paio d’ore di cammino giungiamo su un bellissimo poggio con vista mozzafiato sul lago artificiale del Barbellino. Facciamo una breve pausa per rifocillarci ma anche per  ammirare il panorama riposati e in assoluta sicurezza. Riprendiamo il cammino e in alcuni punti del sentiero, dopo averlo calpestato, si sprigiona nell’aria un intenso e gradevole profumo di timo. Ora il sentiero si fa più comodo e tutto in discesa ripida, terminata la quale, con sempre davanti a noi il lago Barbellino, decidiamo di sostare, per una tappa rinfrescante, presso una invitante pozza d’acqua al limite di un nevaio. Il pediluvio è d’obbligo dopo una lunga ed impegnativa camminata. Qualcuno però non si accontenta e fa il bagno completo con l’acqua a 5/6°. Che fisico ragazzi! Ripartiamo verso il rifugio CuròIl CAI Verbano alle Orobie: dal Rifugio Curò a Valbondione che ci appare, in un ambiente idilliaco, dopo mezz’ora di cammino. E’ quasi mezzo giorno quando iniziamo a pranzare. Facciamo una lunga pausa sapendo che il pullman ci attende a Valbondione intorno alle 16,30 quindi abbiamo tutto il tempo. Ci godiamo il riposo e la bella giornata, in assoluta tranquillità. Osserviamo ancora le alte cime che ci circondano e poi giù per una comoda e panoramica mulattiera al pullman. Giunti in  paese, calata verso il torrente per abluzioni varie, gelato, granita, birretta ... vabbè siamo stati bravi e ci viziamo un po’.
Ma non è finta: a Zogno, in Val Brembana, paese nativo della nostra guida Massimo, ci attende un ottima ed abbondante cena, con un ricco menù, in un locale tipico del paese dal nome:“La Staletta”.
A fine cena il presidente del CAI Verbano Enrico fa i dovuti ringraziamenti a Massimo, che ci ha guidato con tutte le forze dell’anima e dell’intelletto, a Franco che ha collaborato con Massimo alla riuscita del trekking, agli escursionisti, al cuoco, e ad Alessandro amico e autista dell’Almatour e saluta con simpatia ed affetto la mamma della nostra guida venuta a cena con noi.
Che dire di questi due giorni? Semplicemente fantastici! La compagnia in queste occasioni è sempre piacevole e divertente. Ancora un grazie a chi ha organizzato e si è dato da fare affinché tutto andasse per il meglio.

Le foto dell'escursione