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Sono le sette e mezza quando Gianni ci passa a prendere (Avio e Marcello). E' bello ma fa freddo, temperatura sullo zero. Se è così a Verbania, chissà sulla Zeda. Un rapido calcolo secondo gli standard: 6,5° C di diminuzione ogni 1000 m di quota in condizioni normali, circa 2000 m di dislivello, 13° sotto zero in cima, speriamo non ci sia troppo vento, se no sai ... l'effetto wind-chill. Comunque ci siamo ben coperti per poter affrontare anche possibili situazioni peggiori. Partiamo, dobbiamo raggiungere Franco, che con Ada e Alberto sono partiti da Premeno.
E' una salita che rientra nella tradizione, quella alla Zeda l'8 di dicembre, giorno dedicato alla Madonna. Un gruppo di appassionati verbanesi, riuniti appunto nel "Club de la Madona" hanno salito molte volte la vetta in questo giorno, da anni, tempo permettendo. Noi non facciamo parte del gruppo, ma abbiamo voluto ripercorrere questo momento.
Troviamo la neve già prima di Piancavallo, poco più di una spolverata, è quella caduta durante la notte.

CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: inizio diretta al Pian Vadà CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: in vista del bivacco del Parco Nazionale Val Grande al Pian Vadà

A Passo Folungo siamo i primi ad arrivare, la neve non è molta, così saliamo prendendo la direttissima, che con un po' di attenzione, ma abbastanza agevolmente, ci porta sull'ultimo gomito della "Cadorna" prima del Bivacco del Parco Val Grande al Pian Vadà, facendoci risparmiare parecchia strada.
Chissà se altri amici ci raggiungeranno, Franco dice che oltre agli escursionisti Verbanesi, di solito salgono altri ardimentosi provenienti di là dal lago. Per questo oltre a un po' di cibarie, abbiamo con noi tè, acqua, latte, zucchero per preparare delle bevande calde al bivacco per ritemprare dal freddo i possibili ascensionisti. CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: il bivacco del Parco Nazionale Val Grande al Pian VadàAvio si è dato disponibile per questo ruolo rinunciando, un po' a malincuore, a salire sulla cima.
Verso  le  dieci raggiungiamo il bivacco ed entriamo, fa freddo, accendiamo la stufa e scopiamo via la poca neve entrata con i nostri scarponi. Dopo circa una mezz'oretta ci mettiamo le ghette e inforchiamo i  ramponi, si parte per la cima.
Il percorso lungo il Pian Vadà è semplice, anche se in alcuni punti va un po' indovinato e affrontato con cautela, perché il vento ha accumulato parecchia neve sul sentiero e tutto sembra un unico pendio, ma Franco, che apre il cammino, è bravissimo nell'individuarne la traccia.
Finalmente siamo alla base della Zeda, ora viene il bello, dobbiamo affrontare  gli ultimi 300 m  di dislivello, un po' ripidi e con neve sufficiente da non prendere la cosa sottogamba. Intanto stanno terminando la loro discesa due provetti sci-alpinisti, Mario e Franco, che ci avevano superato e preceduto, ai quali chiediamo informazioni sullo stato del percorso. Sono molto incoraggianti: niente di problematico, ci dicono, ma farete una bella fatica!

CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: lungo la salita con uno stupendo panorama sul Lago Maggiore CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: sullo sfondo la vetta nostra meta

La via si presenta sul bordo di sinistra, a nord, con una cornice formata dal vento, mentre il pendio di destra, a sud, è da evitare per il rischio di scivolar giù insieme alla neve, che anche se sembra abbastanza assestata e in quiete, è meglio non infastidirla provando a sollecitarla. Tenendo quindi la direzione di cresta saliamo senza particolari rischi. Avevano ragione Mario e Franco, si fa parecchia fatica, ma tra uno sbuffo e un "ma chi ce lo fa fare", tra raffiche di vento gelido alternato a momenti di calma assoluta che con il sole e la salita ci fanno sudare abbondantemente, in un'ora siamo, soddisfatti, sotto la Croce di vetta. La neve copre quasi completamente l'altare posto sotto la Croce che a sua volta è rivestita da uno spesso strato di ghiaccio.
Finalmente, dopo i vicendevoli complimenti di rito, possiamo rilassarci un po' e guardarci attorno, la vista è bellissima, il paesaggio è incantato e tra una raffica e l'altra, quando il cielo diventa limpido, riusciamo a vedere il lontano Monviso e le Grigne sembrano lì a pochi passi. Il pensiero corre a Chi ci permette di gioire di questi momenti entusiasmanti e di godere il meraviglioso spettacolo della silente natura invernale.

CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: panorama a perdita d'occhio su valli e Lago Maggiore CAI Verbano - Zeda invernale nel giorno della Madonna: le Grigne sembrano a pochi passi da noi

Due foto, con le dita che povere senza guanti per lo scatto modificano in breve la loro elasticità, un po' di tè caldo e via di ritorno.
La discesa richiede molta attenzione, ma la fatica della salita è ormai un labile ricordo. Ogni tanto qualche fermata obbligata per contrastare il vento che in più di un'occasione tenta di portarci via.
Siamo quasi ai piedi del pendio e vediamo salire un gruppetto, sono quattro altri temerari, appartenenti al CAI di Gallarate e di Busto Arsizio, che intendono ricalcare la nostra impresa. Ah, se non ci fosse il CAI, come si sentirebbero sole le montagne!
Poco dopo, all'inizio del Pian Vadà, ecco l'ultimo incontro della giornata, un audace alpinista proveniente da Falmenta che sale in solitaria (e che successivamente, per caso parlando con l'amico Eugenio, è stato identificato in "Ciolly": qui il racconto e le foto della sua ascensione).
Sono quasi le due e rientriamo nel bivacco, dove ci aspetta Avio, un po' trepidante per l'attesa, che nella solitudine gli è sembrata un po' lunga. Non c'è stata la folla tanto aspettata da rifocillare e si è annoiato non poco.
La stufa accesa ha portato a 6° la temperatura interna del locale, ci sembra di essere ai Caraibi e ci togliamo qualche indumento.
"Mamma" Avio ha preparato per tutti un bollente brodino ristoratore, dicendoci che dobbiamo recuperare i sali persi sudando, niente di più indovinato, la pozione salata ci rimette a nuovo in un battibaleno!
Mettiamo anche qualcosa sotto i denti per calmare i morsi della fame, non tralasciando qualche saporita fetta di lardo e pan di segale.
Qualche battuta, altre foto, riassettiamo per bene il bivacco, imbuchiamo il doveroso obolo per la manutenzione nell'apposita cassettina e torniamo a passo Folungo.
Arriviamo a Intra che è buio.

La galleria fotografica