Come la volta scorsa, più che una relazione sono le mie sensazioni scritte!!!!!
L’appuntamento, questa volta, è a Intra, piazzale Flaim: ci accoglie il sorriso di Lucia e Gianni, indaffarati alla conta delle auto e dei partecipanti, il cicaleccio delle persone fa capire da subito che siamo in tanti anche questa volta, qualcuno salirà strada facendo…
Destinazione: Lago Mognola – Svizzera – non si scherza: si va all’estero!!!
La colonna di macchine – ben 8 – procede, in fila, sino al paese da dove partirà l’escursione! Eccoci arrivati: scarponi ai piedi, zaino in spalla, la conta … siamo in 36! Si procede lungo una strada carrozzabile, all’ombra, in mezzo a boschi di larici, boschi umidi, fa quasi fresco... Gianni là davanti procede, ogni tanto guarda indietro, se è il caso si ferma… per compattare! Ora si sale lungo un sentiero che dapprima taglia la carrozzabile e poi si inerpica lungo i prati e poi i boschi, di fianco l’acqua scorre in un torrentello impetuoso, i fiori sono tanti, colorati! Attraversiamo un ponte di legno: qualcuno osserva che il tronco è unico, ben lungo , di larice… Gli occhi osservano le montagne intorno, una catena di creste, alte, a contrasto con il cielo che promette bene.
Si sale ancora, sempre più ripido, il cordone si è sgranato, qualcuno fa fatica! Si arriva ad una fontanella, rifornimento d’acqua e via! Si arriva ad un alpeggio ben tenuto, con una baita trasformata in museo della memoria: all’interno attrezzi di lavoro di una volta, il ricordo scritto degli alpigiani … sveglia alle quattro, pane di segale, lavoro duro…! Si osservano i segni lasciati dal ghiaccio: un tempo la conca era ghiacciaio, uno scritto ben in vista lo dice… ecco l’escursione di oggi è anche questo: ogni tanto ci si sofferma davanti a scritti che raccontano la montagna.
Si riparte, sempre più su, si sentono campanacci: sono capre, non si vedono, sono più veloci di noi! Siamo in mezzo ai rododendri ancora non fioriti, Gianni là davanti, per incoraggiare, grida: forza, mancano solo quindici minuti alla prossima sosta! Ed allora, via! Si arriva al lago che lascia senza fiato: limpido, in una conca, le creste intorno che si riflettono nell’acqua… gli occhi osservano, la mente si ricarica, con il cuore si ringrazia qualcuno Lucia Gianni il CAI Verbano …. mah!
Questa vista ripaga la fatica, eccome… Foto di gruppo, con il manifesto CAI Verbano ben in vista, tutti sul ponticello, sopra il torrente che esce dal lago, con pozze ove nuotano trote! Questa è poesia!!!!
Si riparte, il sentiero meno ripido permette di osservare tutto intorno, le montagne, il lago ancora più bello salendo…; si arriva in un’altra conca, da dove parte un acquedotto, come ben spiega Gianni; pausa pranzo, si riparte, lungo un sentiero che regala una sorpresa: una conduttura dell’acqua, in pietra, ben fatta, lì, così in alto! Meraviglia dell’uomo! Leggiamo il cartello posto lungo il sentiero: “L’acquedotto di Canàa era posto presumibilmente dalla famiglia Lotti di Fusio, proprietaria dell’alpe, prima del 1866, anno in cui i diritti d’erba e gli stabili dell’alpe Vaccarescio furono venduti al patriziato di Broglio per 15.010.- franchi. L’acqua captata a quota 2070 m dal Ri Canàa veniva convogliata lungo il percorso di oltre un chilometro fino a raggiungere le zone basse dell’alpe a quota 1600 m. Essa serviva per abbeverare il bestiame, per irrigare i pascoli e per tutti gli usi caseari”…
Si discende, la fatica comincia a farsi sentire, ma poco importa ormai; strada facendo si ha modo ancora di osservare stalle e baite, ci si sofferma a leggere qualche scritto… Sempre più giù, tra i prati, poi tra i boschi, si arriva alle auto … Ci si toglie gli scarponi, i visi fanno trasparire la stanchezza … Ma non è finita: visita al paese di Mogno, 2 km più sotto, qualcuno ci lascia, arrivederci, alla prossima !!!!!
Splendide case di legno, con roseti, vasi di fiori, giardini ben tenuti, un torrentello in mezzo al paese: un tempo l’acqua serviva per produrre energia, la lampada… di una volta sotto la grondaia di piode ed il cartello con lo scritto lo spiegano bene! E poi la Chiesa, un’opera d’arte, un cilindro di sasso, la beola della Val Maggia, il tetto di vetro, i banchi di legno, i nomi dei benefattori incisi sui sassi del pavimento!!! Solo la statua della Madonna col Bambin Gesù alla sinistra ed il Cristo in Croce al centro: lo guardo, il viso all’insù, lo ringrazio, una preghiera silenziosa … Ma come fa a star su, sembra solo appoggiato, lì in mezzo, con le braccia allargate … mah! Meraviglia dell’uomo!
Fuori, sul piazzale, seduti tutti intorno sulla .. panca di pietra, con visi ormai tutt’altro che freschi, si mangia un biscotto, si osservano le campane esterne, ci si disseta alla fontanella …. Si pensa alla giornata, paghi di quanto si è visto, sereni nell’animo…
Grazie Lucia, grazie Gianni per aver permesso questo!
Non è poco....
Mariagrazia