1° giorno andata con il pullman da Verbania a Chamonix e salita a La Flégère
2° giorno da La Flégère a Chamonix passando per la Cabane du Brevent (Riserva Naturale Des Aiguilles Rouges) proseguendo per il rifugio Bel - Laschat e discesa a Chamonix
Nel descrivere le due giornate trascorse, con il pensiero ritorno indietro di un anno: nell’agosto 2015 Silvano e Franco , al termine della nostra prima tappa del trekking del Monte Bianco promisero - visto e sentito l’entusiasmo dei partecipanti - di proseguirne con una seconda, sono stati di parola… naturalmente! Le escursioni del CAI Verbano sono sempre belle, pensate a dovere, lasciano soddisfatti i partecipanti , ma ”la tappa del Bianco“ è attesa dal momento in cui leggi le attività e le date delle escursioni: il “Bianco”: montagna sublime, con i ghiacciai eterni, montagna bella, affascinante e pericolosa, il gigante delle Alpi… un sogno!
Ora, eccoci la mattina del 20 agosto 2016: ritrovo alle ore 6,30, alla solita fermata, anche quest’altra volta siamo in tanti -46-, si parte per Chamonix, il tempo non promette bene, ma siamo comunque ottimisti: sabato non bello, ma la domenica promette sole! Sul pullman ritrovo gli amici, manca qualcuno, che peccato! Un saluto veloce ed eccoci già al Sempione: l’aquilotto con la testa rivolta all’Italia, l’Ospizio, Briga, Sion ….
Silvano descrive la nostra tappa, nei minimi dettagli, compreso il “meteo” -che continua a non essere favorevole -:
da Motroc a La Flégère con percorso tra i più belli del TMB (Tour Mont Blanc), a balcone con vista sul versante settentrionale del Monte Bianco, in una riserva Naturale , con panorami impagabili…
da La Flégère a Les Houches, sino ai 2500 metri della vetta del Brent, punto di osservazione fra i più belli sul Mont Blanc… Un sogno!
Purtroppo a Chamonix piove a dirotto, il gruppo si divide: i temerari, con Silvano e Franco Ramoni, bardati di mantella, ombrelli e quant’altro salgono a piedi al rifugio La Flégère, dove pernotteremo, chi rimane decide per un TAC (Tour a Chamonix); biglietti per funivia in tasca, si parte… ha pure smesso di piovere!
La città è bellissima, il centro con case decorate e balconi fioriti, splendidi e generosi che ci affrettiamo a fotografare più volte, con il desiderio di saperli riprodurre nei nostri vasi o balconi , in Italia!!??!, via vai di turisti o abitanti, negozi aperti … Ammiriamo!
Un fiume impetuoso - l’Arve- scorre sotto ponti ugualmente fioriti, ma non si può fare a meno di notare la famosa statua di J. Balmat, detto “le Mont Blanc”, cacciatore e cercatore di cristalli, primo uomo a raggiungere la vetta del Monte Bianco, che indica, a braccio alzato, con l’indice della mano destra a H.B. de Saussure, naturalista ed alpinista svizzero, stregato da questa montagna, la via per poter, a sua volta e finalmente, raggiungerne la cima! Poco più in là, entriamo in religioso silenzio in una chiesa, leggo “Eglise de Saint Michel“ , con un importante Organo che all’improvviso inizia a suonare, accompagnando il canto melodioso di una cantatrice. Il tempo passa, Franco Rossi è inflessibile, ci ricorda l’orario di partenza della Funivia.
Arriviamo al Rifugio La Flégère, accompagnati dalla nebbia, ma non piove, accolti dagli amici che ci hanno preceduto a piedi, prendiamo posto nelle camerate, con posti letto a castello, forse questa notte dormirò poco…!!! Con qualche rimpianto per non aver effettuato la prima parte della tappa, da Motroc al Rifugio, e salita a Lago Bianco con entusiastiche vedute, ci sediamo a tavola per la cena, con anche un doveroso e piacevole brindisi di buon compleanno all’amica di Novara. Gli animi si riscaldano: ormai siamo pronti per il “bel canto”: le ormai conosciute doti canore di Silvano trascinano tutti i commensali in cori di montagna e non, sempre con maggior trasporto anche da parte di un gruppo di giovani alpinisti stranieri lì accanto… Ivano con la filastrocca “Bevilo, bevilo, bevilo” coinvolge tutti noi a cantare con lui. Applausi , assaggio di un buon liquore alle bacche del pino mugo e si va a dormire… Che serata ragazzi!! La notte sarà lunga!
Sveglia alle 6,00 con Silvano che controlla camerate ed orari … Si parte puntuali, ben coperti , non piove ma fa freddo… Ci si incammina lungo un traverso, il sentiero è un saliscendi, in mezzo alla natura di montagna, purtroppo il tempo non bello non permette di osservare alla meglio ciò che ci circonda, peccato, ma riusciamo ugualmente a vedere un paio di camosci che velocemente scappano verso le cime e poi, più in là, dopo averne sentito il tipico fischio, ecco le marmotte: una su un sasso ferma, ci guarda , non scappa, forse vuole essere fotografata!
Inizia la salita alla bocchetta del “Col du Brevent” a tornanti , ripida, ma piacevole, il gruppo si fraziona in più punti, Silvano là avanti sale, sale… Ogni tanto si volta , controlla che nessuno rimanga indietro. Con Franco che fa da scopa, impossibile! Si arriva alla bocchetta, una segnalazione a piramide di sassi con cartelli che indicano le direzioni: a sinistra le Brevent e le Lac du Brevent, a destra si ritorna a Chamonix; quattro passi nella neve, un trasverso scosceso, a balcone, in mezzo alla natura di alta montagna e cime impervie, e poi una piccola salita ferrata: ormai ci sentiamo parte di questa montagna, la fatica c’è, ma la soddisfazione di superare anche questi piccoli ostacoli, con amici che controllano i tuoi passi, tendono la mano, afferrano i bastoncini che sono ingombranti, mi fa sentire ricca e fortunata! Ci siamo tutti e tutti a poco a poco arriviamo alla cima Le Brevent a 2525 metri, balcone su Monte Bianco, Riserva Naturale des Aiguielles Rouges: lo spettacolo lascia senza fiato: vallate e boschi, ghiacci e laghetti, Chamonix ai nostri piedi, ma lui il “Bianco” è ancora coperto dalle nuvole; ecco una nuvola si apre, a forma di cuore - dice qualcuno -, per permettere di ammirare finalmente una parte: una cima, la neve bianchissima sotto il sole, il ghiacciaio che sembra arrivare a lambire Chamonix! Poi scompare, di nuovo…
Foto di gruppo, di fianco alla Cabanne du Brevent, e si riparte per la discesa, ancora 2 ore e 20 di cammino -precisione di Silvano; ci si ferma poco sotto, in mezzo a prati, a mezza costa, per “mangiar qualcosa”, le nuvole scompaiono e lui , il “Bianco” appare in tutta la sua bellezza: l’Aiguille du Midi, un passo nel vuoto, il Mont Maudit - Monte Cattivo - Le Mont Blanc de Tacul…
Un sogno! Foto a perdifiato!
Si riparte, una breve sosta al rifugio Bel - Lachat più in basso, qualche foto, lettura di cartelli con direzioni… La discesa è lunga, ma il sentiero scende dolcemente… siamo a Chamonix! Silvano ci raggruppa, Franco fa la conta, nessun disperso.
Gli occhi ogni tanto guardano lassù, a sinistra, dove eravamo… ed a destra, sul “Bianco“… Un sogno!
Grazie Silvano per aver permesso che un sogno diventi ricordo…
Grazie a Franco Rs e Franco Rm ed a tutti gli amici della “due giorni” per le ore trascorse insieme, più o meno faticose.
Maria Grazia