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Per questa escursione Lucia ed io ci eravamo preparati per bene: l’avevamo provata qualche giorno prima, in una giornata fantastica, limpida e senza vento, avevamo preso nota dei tempi e delle soste e ci eravamo doverosamente documentati, ragion per cui eravamo in ansiosa attesa del giorno fatidico, orgogliosi di poter offrire una meta inusuale per molti.
Alle 6.30 della domenica però al parcheggio del piazzale del cimitero di Suna eravamo solo in 10 (Vittoria l’avremmo prelevata a Fondotoce, visto che arriva da Stresa). Il gruppo non era numeroso quindi, ma la giornata era comunque bella e gli escursionisti di ottimo umore. Distribuiti i partecipanti nel minimo possibile di mezzi (è una mia fissa quella di evitare di muoversi con troppe auto, per tanti motivi: si favorisce l’aggregazione e la conoscenza dei gitanti, si inquina di meno, si trova parcheggio con più facilità), partiamo alla volta della Valle Antrona.
Quest’ultima è conosciuta dai più per la cima dell’Andolla, il lago Cingino, Lombraoro; la nostra proposta invece si ripromette di far conoscere una zona solitamente meno frequentata di questa bellissima valle.

CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: Antronapiana da Cama CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: Alpe Cheggio, Pizzo Andolla e Wiessmies

Arrivati all’alpe Campo, poco prima di Cheggio, e parcheggiate le auto, ci disponiamo alla salita. La temperatura è gradevolmente fresca e il sole non è ancora comparso, perciò si cammina bene e si affronta con disinvoltura il sentiero che, dopo averci illusi con un tratto pianeggiante, inizia a salire ripido, su pareti rocciose dapprima e poi attraverso un bel bosco di faggi e conifere. Bisogna dire che è in perfette condizioni: appena pulito e sistemato con cura dai soci del CAI di Villadossola, ben segnalato e con fondo regolare. Dopo circa un’ora e 30 di cammino sbuchiamo dal bosco e ci troviamo all’inizio di un grande prato in cui sorgono alcune cascine ormai diroccate: siamo arrivati all’Alpe Cama inferiore. Il sentiero prosegue in salita fino ad arrivare alla sommità del pianoro, da cui in pochi minuti si arriva ad un punto panoramico segnalato da una croce.
La vista è stupenda e si apre sulla valle e sui laghi di Antrona e Campliccioli, nonché sull’Andolla e le altre cime della testata della valle. Dopo una breve sosta dedicata alle foto, si riprende il cammino, risalendo la china erbosa dell’alpeggio presumibilmente non più “caricato” ma non ancora invaso dalle piante. Si sale quindi di nuovo tra gli alberi, e successivamente percorrendo un sentiero a tratti scivoloso e stretto in mezzo ai rododendri, si giunge all’alpe Cama di mezzo. Si prosegue ancora su un traverso abbastanza pianeggiante fino ad arrivare, poco prima dell’alpe Cama superiore ad avvistare la cosiddetta pietra del Merler, che è caratterizzata da numerose incisioni di vario tipo, dalle coppelle ai disegni che riproducono il famoso gioco della “tela mulino”, e che gli esperti fanno risalire a parecchi secoli fa. La valle Antrona infatti era sicuramente abitata fin dall’età del bronzo e ci sono numerose prove di insediamenti di epoca romana, anche se alcune incisioni sono sicuramente più recenti.

CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: la pietra del Merler CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: i segni antropologici all'Alpe Cumper

Il sentiero risale ancora fino ad arrivare ad un bivio che indica da una parte (quella prevista) alpe Cumper, dall’altra cima Ciapè. Mentre mi sto avviando sul sentiero, mi sento chiamare indietro: si prospetta un ammutinamento da parte del gruppetto degli irriducibili, quelli che sono sempre pronti ad aggiungere qualche centinaio di metri di dislivello in più, quelli che non sono mai stanchi… La proposta è: “saliamo alla cima Ciapè, è ancora presto (sono solo le 10.30), e il cartello dà un’ora di salita” (in realtà 1 ora e 55 minuti). Dopo un breve conciliabolo, visto che tutti sembrano d’accordo, acconsento a modificare il programma ed iniziamo la salita di quella che si rivela in breve una erta ripida e priva di tracce. Dopo un’ora di cammino sotto il sole implacabile, qualcuno comincia ad accusare dei problemi di resistenza e mio malgrado (?!?!), sono costretto a ripiegare sul programma originale dividendo il gruppo: in 4 torniamo sui nostri passi riprendendo la via prestabilita, gli altri 7 proseguono sotto la guida dell’inossidabile Franco Ramoni. Noi 4 quindi proseguiamo fino all’alpe Cumper, dopo la quale il sentiero diventa una mulattiera ampia che dapprima scende, toccando le rovine dell’alpe di Rò e poi risale alla sella detta “Cavallo di Rò”.

CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: le vette del Monte Rosa dall'Alpe Cama CAI Verbano - Anello delle Alpi di Cama in Valle Antrona: Lago di Antrona, diga di Campliccioli e corona di vette della Val Troncone

A questo punto, dopo esserci beati del bellissimo panorama che comprende sia i laghi di Antrona e Campliccioli che il lago dei Cavalli, oltre che l’Andolla, la Weissmies, e le cime del gruppo del Rosa, ci apprestiamo a pranzare. Nel contempo binocoliamo per vedere se gli ammutinati appaiono all’orizzonte; dopo qualche decina di minuti infatti li vediamo scendere dal canalone erboso che scende dall’alpe Pianozza, incrociare il sentiero che abbiamo fatto noi e risalire lungo la mulattiera fino a riformare il gruppo originale.
Le notizie riportate ci dicono che alla cima Ciapè non sono arrivati, che il percorso era piuttosto difficoltoso, ma che c’era un amplissimo panorama.
Dopo il pranzo al sacco riprendiamo il sentiero, a questo punto in discesa, che ci porta all’alpe Meri e in seguito arriva a Cheggio, dove è d’obbligo festeggiare con una birra al rifugio Novara.
Prendiamo quindi la vecchia mulattiera che porta ad Antrona e in quattro e quattro otto torniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto questa mattina.
Mi sembra che tutti siano contenti e soddisfatti e ci lasciamo dandoci appuntamento alla prossima gita.

Le foto dell'escursione