Riunito al posteggio di Ponte Campo di San Domenico (m 1320) il gruppo di 31 escursionisti delle Sezioni Verbano, Domodossola, Macugnaga, Omegna, Piedimulera, Varzo e Villadossola, alle 8.30 iniziamo la salita sulla carrareccia che sale al Veglia. E' un bel serpentone variopinto che di buon umore e animato da altrettanta buona volontà si accinge ad affrontare un'escursione di tutto rispetto, lungo un tragitto non difficile, ma lungo e di notevole dislivello. La mattinata si presenta fresca e ci facilita la salita. Lungo la carrareccia transitano alcune auto che salgono al Veglia a cui dobbiamo cedere il passo (ancor più frequentemente al rientro serale).
Una prima necessaria sosta alla Cappella del Groppallo (m 1710), sfruttata dal presidente Franco Rossi per presentare Lucia, matricola della sezione, e la riposante camminata alla Porteja (m 1700) ci danno nuovo vigore per affrontare la salita rimanente, siamo ad appena un terzo del percorso. All'altezza della cappella, sul versante opposto della forra del torrente Cairasca, è precipitata, l'11 luglio, una grossa frana e grossi massi sono ancora appesi in attesa di crollare con le prossime piogge.
Entrati nella stupenda piana del Veglia, un'enorme verdissima culla tra le vette, ci dirigiamo verso l'alpe La Balma (m 1770) su facile mulattiera carrabile, attraversandola tra incuriosite mucche al pascolo. Lungo il percorso volano qua e là numerose erebia dei ghiacciai (Erebia christi), piccola farfalla endemica presente in Italia solo in Alpe Veglia e Valle Antrona.
La mulattiera si alza dolcemente verso il Pian dul Scricc (m 1930); all'ingresso del pianoro, guardando alla base del versante opposto, si intravede il Balm d'la Vardaiola, dove vi è traccia di un'antichissima pittura rupestre con sembianze di figura di cervo, risalente al Neolitico.
Nei pressi della casera del Pian dul Scricc (Piano dello Scritto), facciamo rifornimento d'acqua all'ultima fontana del percorso di salita e attraversiamo il rio Frua. Secondo la tradizione, in questo luogo i vallesani, sconfitti alla battaglia di Crevola, sottoscrissero nel XV secolo l’atto di cessione definitiva dell’Alpe Veglia alla comunità di Varzo dopo le continue cruente contese per l'uso dei pascoli.
Agganciato al tronco di un abete in bella vista un blocco di sale pastorizio, integratore utilizzato per il benessere dei bovini, un vero e proprio lecca-lecca.
Dal Pian dul Scricc inizia la salita "seria". La mulattiera diventa piccolo sentiero che si alza con una continua serie di piccoli ripidi tornanti portandoci ai pratoni superiori, al Pian d'Erbioi (m 2280), dove facciamo una nuova bella meritata sosta (in dialetto Erbioi è il plurale di Erbion, che identifica il mirtillo nano a foglia caduca).
Qui l'escursione si divide. I più allenati proseguiranno per le Caldaie mentre alcuni, paghi di quanto già fatto scenderanno direttamente al lago del Bianco.
Il tratto di sentiero che porta alle Caldaie si individua solo seguendo una serie di ometti e di tanto in tanto alcune labili tracce. Più avanti passiamo a fianco di una torbiera e lì vicino una panoramica balconata naturale sulla conca del Veglia intrattiene per un po' i fotografi.
Nel frattempo alcune nubi grigie non proprio stimolanti riempiono il cielo a nord, nord-est; facciamo finta di niente e dopo ancora qualche sforzo finalmente avvistiamo dall'alto (m 2440) la conca delle Caldaie.
Le Caldaie (m 2420) sono specchi d'acqua di origine glaciale, caratterizzati da stupende ed estese fioriture di eriofori in un paesaggio lunare molto suggestivo, contornato dalle balze e dalle pareti rocciose della Cima delle Piodelle, di Punta e Pizzo di Boccareccio e del Pizzo Moro.
Ci fermiamo per la pausa pranzo e per le dovute foto al laghetto con gli eriofori in fiore.
Il ritorno al Pian d'Erbioi viene effettuato sullo stesso percorso di salita, quindi scendiamo al lago del Bianco (m 2160), per raggiungere il resto del gruppo che nel frattempo si è crogiolato al sole uscito forte e splendente nel corso della discesa.
Alcuni immergono i piedi fumanti nelle gelide acque del lago ottenendo immediato sollievo, tre audaci addirittura sfidano il gelo abbozzando alcune bracciate sotto gli occhi increduli ma divertiti degli astanti.
Foto di rito e discesa a Cornù, frazione di Veglia, dapprima su ripido sentiero da percorrere con attenzione e poi attraverso un rilassante bosco di larici. A Cornù (m 1770) per una sosta rifocillante al rifugio CAI Arona siamo accolti dagli indaffaratissimi Cecilia e Lorenzo.
E' l'ora del rientro, ma prima di uscire dalla Porteja ci riforniamo degli ottimi formaggi e yogurt messi in vendita da produttori locali, massima espressione del km zero.
Poco prima delle 19 raggiungiamo nuovamente Ponte Campo.
Percorso con salita alle Caldaie:
Diffic.: E - Disliv.: m 1.250 - Lungh.: km 20 - Tempo percorr. A/R: ore 7.00
Percorso più corto fino al Pian d'Erbioi senza salita alla conca delle Caldaie:
Diffic.: E - Disliv.: m 1.000 - Lungh.: km 16 - Tempo percorr. A/R: ore 5.30