… L’estate volge al termine, già la scorsa domenica facendo un giretto sui “miei” alpeggi ho visto i colori autunnali iniziare a tinteggiare i boschi di faggi: … verdi … gialli … arancioni … La traversata da Fobello al Colle di Baranca e poi giù a Bannio Anzino, lunga, ma non particolarmente faticosa, ci permetterà di apprezzare ed assorbire di già, forse, tale meraviglia.
…Siamo in tanti, anche oggi, come sempre, come in tutte le altre gite, ma mancano Franco Rs e Carla, Enrica, Maria , Pieranna, … ”fa un po’ strano” , ci sono sempre, ma tant’è, si parte!
Arriviamo velocemente a Fobello che Renato ci invita a visitare perché merita e di molto, con le sue grandi case decorate ad arte, balconi riempiti di fiori, scale e scalini, una via Crucis che parte dal paese, cappelle splendidamente dipinte, la grande chiesa parrocchiale di San Giacomo, il campanile, il monumento ai caduti con la statua della pastora con fazzoletto che indica i nomi…
Salutiamo autista e pullman, e in fila indiana, con Carlina “apripista” iniziamo ad incamminarci lungo un sentiero che sale dolcemente, in mezzo ai boschi; non è faticoso, ogni tanto riesco ad alzare lo sguardo e ritrovare le cime, qualche prato, tetti di baite. Strada facendo riesco ad ascoltare anche Carlina, che racconta, avendo “provato” precedentemente con Lucia (beate) la gita, di Fobello, di sassi con iscrizioni, di distanze, di cavalli e di mucche. Splendida ed impareggiabile amica: ogni tanto si ferma, ad aspettare tutti, timorosa per il suo passo che le sembra troppo veloce!
Il sentiero sale, ancora dolcemente, ora è proprio una mulattiera. Attraversiamo un ponte, sotto, impetuoso, il torrente Mastallone. Guardo, anche oggi una processione multicolore, cicaleccio di persone, i pensieri si fanno leggeri, come sempre, nell’osservare volti di amici ed amiche, che condividono con me la passione per la montagna, per questa natura che sempre ed ogni volta mi sorprende per la bellezza impagabile. Un traverso, siamo in una conca, il torrente sulla destra, le cime sulla sinistra, il loro contorno ben definito perché la giornata è splendida, calda quanto basta, una brezza leggera.
Ci fermiamo, una cappelletta costruita in mezzo ad un grosso macigno dagli alpini di Fobello, un fontana, un cavallo, un asino, due mucche … La nostra meraviglia ed i colori, non è ancora autunno, ma sono altrettanto belli: il verde dei prati, il viola dei fiori, l’azzurro intenso del cielo senza nuvole! Sono felice! Anche oggi, come tutte le altre volte; una breve sosta, un boccone, guardo Renato e Lucia, indietro, a far da scopa … visi rassicuranti … Massimo, là davanti, con il suo passo lento, cadenzato, sempre uguale, la macchina fotografica al collo; sembra non fermarsi a far foto, ma poi sul sito ritroviamo la “gita” raccontata dalle sue fotografie, splendide, uniche. La mulattiera sale a tornanti, dolcemente, la cascata di acqua impetuosa che esce dal lago di Baranca, ci siamo quasi, Carlina ancora racconta, mentre un gregge di capre e qualche pecora percorre la mulattiera con noi. Foto a destra e manca, siamo arrivati, qualche gradone e poi…
Lo spettacolo che vediamo ci prende il fiato, il lago di Baranca in un grande pianoro, acque limpidissime e calme, sentiero al bordo, là in fondo le mura diroccate di villa Lancia, costruita su un dirupo o quasi. Penso: una villa fin quassù, quanta fatica, quanto lavoro, però, guardandomi intorno, ne è valsa la pena! Passiamo oltre ad alcune baite, alcune ben tenute, altre abbandonate… Giriamo all’interno della villa, sopra ormai il cielo, mura diroccate, un stato di abbandono, malincuore e sorpresa nel vedere ancora pezzi di colonne e capitelli dipinti, un selciato e quello che rimane di una piscina. Ritorniamo sui nostri passi, guardo indietro: l’entrata della Villa, le mura intorno, un cancello o quel che rimane, tutto resta lì, diroccato, a testimonianza di un grande lavoro umano. Guardo le cime, il lago, la bocchetta, è ora di pranzare; ci fermiamo davanti ad una bella baita: la scritta, che ancora ben si legge, ricorda che era l’Albergo degli Alpini, meglio di così non si può! Mi siedo: frutta secca, energetica, cioccolato, vicino a me Carlina, dal suo sacco estrae un qualcosa, un recipiente …. Pastasciutta, condita con sugo di verdure, leggero, mi dice, fenomenale! L’allegria si sente e si vede, qualcuno offre del vino… Si riparte per la discesa, dal col Baranca a Bannio Anzino, due o tre ore di discesa, si legge sui cartelli…. Ancora uno sguardo, un po’ malinconico, al pianoro, al lago, alle baite, potessi restare ..????!!!
Lungo la discesa, alcuni asinelli, fischi di marmotte, alte cime… Collette e sentieri impervi; in fila indiana, parlottando, giù e giù, una Chiesa, un paese, la strada asfaltata, lunga, interminabile e noiosa per noi, alpinisti, abituati ai sentieri, e poi ancora sentiero, poco pulito, ortiche che pungono, boschi di faggio, sottobosco: funghi? Qualcuno “butta l’occhio”…. Le prime o ultime case di Bannio, siamo arrivati; due signore del posto, mentre finalmente mi tolgo gli scarponi, stanca, e si vede, mi chiedono:
"Da dove arrivate?”
“Dalla Valsesia, camminiamo da stamattina, da Fobello, dal Colle Baranca …. e poi giù”
Il loro “ma che bravi” detto con un sorriso mi ripaga, se ancora ce ne fosse bisogno, per la mia impresa di oggi!
Il pullman ci aspetta per il ritorno, qualcuno è al bar per un caffè. Il tragitto sarà breve, Verbania è vicina!
Ancora una volta, con affetto e riconoscenza, per le imprese assaporate insieme:
grazie a Renato, Carlina e Lucia, capi gita di oggi, speciali come solo amici veri sanno essere;
grazie a tutti per la compagnia di oggi.
Alla prossima gita con la speranza di ritrovarvi tutti, … ancora una volta!!
Maria Grazia