Domenica 6 settembre, nella splendida cornice della “Valle dei Pittori”, prosegue la stagione escursionistica in formato ridotto (ma solo per il numero di gite, non per la loro qualità), a causa dell’emergenza Covid. Ritrovo ad Arvogno, sopra Toceno; un gruppo ristretto, come da indicazioni del CAI centrale.
Dopo un breve tratto di asfalto, saliamo nella faggeta, lungo una splendida mulattiera lastricata, verso l’alpe I Motti. Passano pochi minuti e siamo costretti ad una breve pausa forzata, a causa di un incontro inaspettato: vacche, manze, capre e asini stanno scendendo, accompagnati dai pastori, dai pascoli alti a quelli di quota inferiore e noi assistiamo con piacere al loro passaggio.
Riprendiamo il nostro percorso lungo la scalinata che si dice sia composta da duemila scalini; qualcuno per un po’ li conta, per gioco. Camminando e parlando, passando per boschi di abeti e larici, raggiungiamo prima l’alpe Villasco, dove facciamo rifornimento di acqua freschissima, poi l’alpe I Motti, dove una breve pausa ci permette di ammirare i tipici grandi fabbricati d’alpe, ai piedi della Pioda di Crana.
Proseguiamo tra pascoli, torbiere e distese di rododendri, fino ad arrivare alla cappella di San Pantaleone, da dove in breve si raggiunge, con un agevole sentiero, il Lago Panelatte. Uno sguardo ai nuvoloni in arrivo, che hanno già incappucciato le cime intorno, ci induce a rinunciare alla salita alla Forcola di Larecchio e a tornare sui nostri passi fino alla cappella di San Pantaleone, da dove risaliamo velocemente alla bocchetta di Ruggia. Il tempo per ora tiene, ma è meglio non sfidare le previsioni che per il pomeriggio danno peggioramenti. Proseguiamo nel nostro percorso tra pascoli, laghetti e alpeggi ancora utilizzati, con i caratteristici grandi stalloni, fino a raggiungere la bocchetta di Muino.
Scendono le prime gocce, costringendoci ad anticipare la discesa verso Arvogno e a rimandare la tappa rifornimenti. Una breve pausa, poco sotto la bocchetta, e poi di nuovo giù in discesa, tutti già bardati per la pioggia, che per ora ci ha risparmiati. Ma c’è tempo per un’altra piccola avventura: il sentiero passa attraverso un recinto con alcuni equini, tra cui una femmina col puledro e non abbiamo alternative, dobbiamo per forza passare di lì. Una volta entrati, però, capiamo subito che un maschio non gradisce la nostra presenza; si avvicina a noi e, con fare un po’ ostile, ci accompagna tutti all’uscita, controllando i nostri movimenti fino alla fine.
Ed ecco, la pioggia; manca poco all’arrivo, ma non la scampiamo. Venti minuti, il tempo di bagnarsi, e poi torna il sole ad asciugarci.
L’anello si chiude, siamo arrivati ad Arvogno. E’ tempo di salutarsi, dopo una bella giornata trascorsa insieme, parlando e scherzando, immersi nei bellissimi paesaggi vigezzini, e anche con un pizzico di avventura. Arrivederci alla prossima puntata.