14 giugno
Siamo in 47. Il primo gruppo formato da 20 persone è atteso alle 5,00 alla rimessa di Possaccio dove Gianni, autista di Almatour, li accoglie pronto per partire. Alle 5,20 4 escursionisti salgono alla fermata del tribunale. Alle 5,25 12 escursionisti aspettano sul Piazzale del Cimitero di Suna. A Gravellona Toce dietro la rotonda Ipercoop aspettano altri 6 escursionisti all’appello però manca Mantovani Dante costretto a rinunciare causa malattia. Infine alle 6,00 a Paruzzaro (Audi) salgono gli ultimi 5 escursionisti. Rimaniamo in 46. Siamo tutti… si parte! L’autista Gianni ci informa che, per arrivare a Cividale, dove stazioneremo c/o l’Hotel Roma per tre giorni, dobbiamo percorrere ca. 500 km. L’arrivo previsto è per le 12,00. La meteo prevede tempo bello per tutta la settimana, i cuori si rallegrano. Speranzosi che tutto vada bene partiamo alla conoscenza di luoghi, per lo più sconosciuti a molti di noi: Cividale, Museo storico di Kobarit, Ossario italiano, Caporetto Kolovrat, San Martino del carso e Monte Ermada.
Sul pullman il tempo passa veloce. Soste obbligatorie dell’autista … pranzo in Autogril … ecc…. Puntuali arriviamo a Cividale. Davanti l’Hotel ci accolgono le nostre guide: Loris Marin, Luca Zuliani e lo storico Marco Pascoli. All’Hotel Roma ci accoglie e ci dà il benvenuto il Sig. Carlo proprietario dell’Hotel. Prendiamo possesso delle camere. L’albergo è bello, ordinato e le camere confortevoli ed è situato al centro di Cividale. Oggi è un bel giorno, si sta bene e per il momento non fa tanto caldo. Riprendiamo il pullman con le nostre tre guide di cui Marco guida storica per il monte Kolovrat al confine tra Italia e Solvenia. Giunti ai piedi del Kolovrat zaino in spalla saliamo sui crinali compresi tra il Kolovrat e il Matajur dove correva la terza linea difensiva del fronte italiano che furono i principali teatri della disfatta di Caporetto. Dai crinali notiamo le valli del Natisone territorio montano affascinante dove piccoli borghi si alternano a boschi incontaminati. Marco, la nostra guida storica, ci racconta quello che avvenne il 24 ottobre 1917 con dovizia di particolari. In seguito ci accompagna sulla cresta del Kolovrat. Con lui in testa al gruppo percorriamo i camminamenti delle trincee del museo all’aperto: tunnel scavati nella roccia, postazioni di mitragliatrici, cannoni e altro. Il primo giorno si conclude con la cena fuori Cividale in un bellissimo ristorante in mezzo alla campagna.
15 giugno
Monte Matajur – Museo Kobarit (Caporetto)
Anche oggi è una bellissima giornata. Dopo abbondante e buona colazione saliamo sul pullman per il monte Matajur. Giunti dopo una quarantina di kilometri al rifugio Pelizzo (1.330 m) zaino in spalla saliamo ( è previsto un anello) al monte Matajur passando per la sorgente Skrila (abbeveratoio in pietra) realizzato nel 1817 da uno scalpellino della famiglia Tonzinova in occasione del bicentenario Skila 21.10.2017. Marco, la nostra guida, su ogni punto di rilevanza storica ci erudisce sugli avvenimenti più importanti di quell’epoca. Oggi il giovane tenente tedesco Erwin Rommel è il più citato in quanto nell’ottobre del 1917 conquistò il Matajur dove arriveremo alle 13,12. La vista tutto intorno è a 360°. Marco ci indica il Monte Nero montagna delle alpi Giulie alta 2.245 m. conquistato dagli italiani con perdite notevoli. Situato in territorio italiano dal 1920 al 1947. Oggi è territorio sloveno nel comune di Caporetto a pochi km dal Friuli – Venezia – Giulia.
Marco anche qui non si risparmia, lo sguardo spazia su tutto il fronte, ci racconta le battaglia del monte Nero e del monte Rosso (2.163 m). dove ha combattuto il battaglione alpino Intra. Poi con grande sorpresa di tutti ci indica in lontananza le Tre Cime di Lavaredo. Pranziamo e per altra via ritorniamo al rifugio Pelizzo. Ci riposiamo al bar del rifugio una mezz’oretta e con il pullman ci dirigiamo al Sacrario militare di Kobarid (Caporetto) in Slovenia che ospita le spoglie di 7014 italiani caduti durante la guerra 1915 – 1918 contro l’impero Austro – Ungarico e subito dopo al Museo Kobarid per non dimenticare gli orrori della guerra. Una guida del museo gentile e preparata ci racconta, tramite una riproduzione plastica di 27 mq che rappresenta l’alto Isonzo su scale 1:5000, la portata di quell’operazione. Marco dai crinali del monte Kolovrat, dominante la valle dell’Isonzo, ci aveva spiegato molto bene la conquista di Caporetto da parte dei tedeschi e dell’esercito Austro-Ungarico; con la riproduzione plastica l’abbiamo capita meglio. Ritorniamo a Cividale nel nostro bel albergo.
Anche il secondo giorno si conclude con la cena fuori Cividale, nella zona del Colico, in Via Casali Pasch 15 Trattoria San Mauro.
16 giugno
Museo all’aperto del Monte San Michele nel cuore del Carso e giro dei cippi.
La mattinata libera la dedichiamo al centro storico di Cividale. Ci fa da guida Rita. Con molta competenza ci fa scoprire angoli medievali, musei, chiese, tempietto longobardo e il famoso ponte del diavolo sul fiume Natisone simbolo della città di Cividale del Friuli, che hanno reso piacevole questa città già capitale del regno orientale dei Longobardi. (vedi relazione allegata).
Il pomeriggio, dopo pranzo, ci dirigiamo con il pullman (67 km da Cividale) al Museo all’aperto del monte San Michele del Carso a scoprire le strutture ed i monumenti costruiti tra le quattro cime di questo rilievo carsico risalenti alla Grande Guerra. Arrivati a destinazione zaino in spalla alle 15,04 ci fermiamo al primo cippo in località Chiesa Diruta del 4° RGT. Honved in ricordo del glorioso regio RGT. Di fanteria ungherese che combatté eroicamente e valorosamente. Cadde sul campo dell’onore 1915 -1918. Dopo ca. mezz’ora di cammino sostiamo presso la Cima 4 dove si svolsero cruenti combattimenti nelle sei battaglie del Monte San Michele, conteso tra Italiani ed Austro – Ungarici sin dal primo anno della guerra 1915 – 1918 e poi definitivamente conquistato dalle truppe italiane nel 1916. La giornata si conclude con la cena nella bellissima Piazza delle Femmine nel centro di Cividale.
17 giugno
Museo all’aperto del Monte Ermada
Anche oggi è bello e fa molto caldo. Dopo 67 km di pullman zaino in spalla ci dirigiamo verso il Monte Ermada (323 m). Un corsa di bicicletta ci costringe a cambiare itinerario. Conquistiamo la vetta alle 13.31.
Marco la nostra guida ci racconta che nel corso della prima guerra Mondiale il Monte Ermada rappresentò un punto cruciale di difesa austriaca: l’esposizione strategica permetteva il controllo su ogni possibile accesso alla città di Trieste.. Pranziamo sotto la frescura degli alberi. Scendendo su altro sentiero notiamo altre trincee di guerra.
Il tempo scorre veloce. Alle 14.15 ci aspetta Gianni (autista di Almatour) per riprendere la via del ritorno. Durante il viaggio di ritorno facciamo la statistica dei partecipanti: CAI Borgomanero 5; CAI Domodossola 1; CAI Piedimulera 3; CAI Omegna 1; CAI Gravellona 2; CAI Verbano – Intra 30; CAI Ligure 2; CAI Macugnaga 1; CAI Varzo 1.
A tutti i partecipanti un caro saluto e alla prossima!
F.Ro.
Nei giorni 14, 15, 16, 17 giugno la sezione CAI Verbano ha organizzato un’immersione nella nostra storia della Prima Guerra Mondiale, svoltasi in particolare sul fronte dell’Isonzo, che ha portato il nostro esercito alla sconfitta di Caporetto.
In 46 abbiamo partecipato alle varie escursioni accompagnati dall’ottima guida – storico Marco Pascoli, profondo conoscitore dei luoghi e del succedersi della varie battaglie li combattute.
Sul Kolovrat, museo all’aperto, abbiamo visitato le postazioni in trincea; sul Matajur lo sguardo ha spaziato su tutto il fronte con il Monte Nero e il Monte Rosso dove ha combattuto il battaglione alpino Intra, a Caporetto, Kobarid, è stata interessante la visita al museo della Grande Guerra lì combattuta, ma emozionante vedere l’Ossario ai caduti.
Sempre quando si visitano queste zone sacre il pensiero commosso va ai soldati più o meno giovani provenienti da tutta Italia che hanno lasciato la loro vita e di tanti non si conosce nemmeno il nome.
Anche a S. Martino del Carso sul Monte Ermada, Carso triestino, nonostante il caldo, abbiamo ascoltato con interesse Marco, che sempre con voce squillante e dovizia di particolari ci ha coinvolto.
Nella mattinata libera ci siamo addentarti nel centro storico di Cividale, scoprendo angoli medievali, musei, chiese e il famoso ponte del diavolo sul Natisone, che rendono piacevole questa città già capitale del regno orientale dei Longobardi.
Ringrazio per tanto a nome di tutti i partecipanti gli amici della Sezione che hanno organizzato tutto questo.
Grazie
Rita Pastore