Un'escursione molto panoramica, non molto lunga ma sufficientemente impegnativa, un po' per la salita che a tratti si alza ripida e un po' per il percorso in alcuni punti esposto.
Il bivacco Valentino Belloni é situato a 2500 m sulla Loccia dei Camosci, alla base del crestone Est del Gran Fillàr, in una zona isolata e selvaggia. E' un balcone naturale sul ghiacciaio del Belvedere da cui si gode una vista mozzafiato sulla parete Est del Monte Rosa.
Siamo un bel gruppo: in 22 partiamo da Macugnaga, altri 9 decidono di approfittare degli impianti di risalita iniziando l'escursione dal Belvedere. Rappresentiamo in totale otto sezioni CAI dell'area Est Monte Rosa. Quattro gli accompagnatori: Renato e Marcello della nostra sezione e Massimo con Simone della sezione di Varzo con cui abbiamo condiviso l'escursione.
Con in testa Renato, che fa gli onori di casa, partiamo dal parcheggio del Centro sportivo di Pecetto di Macugnaga dal quale raggiungiamo inizialmente il percorso B38 che si dirige verso il rifugio Eugenio Sella. Alla base della salita passiamo accanto ad una cascata che incanalata scende dalla roccia per scivolare in una grande pozza di acqua cristallina, meta di bagni rinfrescanti.
Da qui, in ripida salita, superiamo alcune rocce e prati scoscesi e dopo tre quarti d'ora attraversiamo su un solido ponticello il rio che scende dall'anfiteatro sotto il ghiacciaio di Roffel occidentale. La salita è stata messa in sicurezza ed il ponticello, che viene tolto a inizio inverno per preservarlo dalla valanga, ricollocato da poco, il tutto a cura del CAI di Macugnaga.
Poco dopo lasciamo il percorso principale e prendiamo il B38b che attraversa il sentiero naturalistico tra l'Alpe Roffelstaffel e l'Alpe Fillàr.
All'Alpe Roffelstaffel, dopo la visita alla cappelletta di San Bernardo dietro la baita, ci aspetta una deliziosa e molto apprezzata sorpresa: i proprietari dell'alpeggio, la Famiglia Pala, saputo in precedenza da Lucia, moglie di Renato, del nostro passaggio, gentilissimi ci ricevono offrendoci una colazione-aperitivo con ottimi salumi, formaggio e spumante. Arrivando all'alpe abbiamo già superato i primi 500 metri di dislivello e questo spuntino ci rinvigorisce dandoci una speciale carica energizzante. Qui dall'alpe la vista della Est del Rosa e i suoi 4000 è di una maestosità incredibile, come pure il contorno di cime e ghiacciai che chiudono la valle: Tre Amici, Grober, Pizzo Bianco.
Congedatici dagli straordinari anfitrioni, in breve ci troviamo a superare una enorme valanga, ormai trasformata in un facile e solido nevaio che ha ricoperto gran parte dell'Alpe Jazzi, al termine della quale, superato un ruscello, entriamo in un verdissimo bosco di ontani alpini, un piccolo paradiso terrestre.
Sbuchiamo all'Alpe Fillàr, nei pressi del bivio del percorso B40 che proviene dal Belvedere attraversando la morena dell'omonimo ghiacciaio, da dove è giunto il gruppo di amici salito con gli impianti, i quali arrivati a questo punto di incontro mezzora prima di noi, dopo averci opportunamente avvisati, si sono diretti verso il bivacco.
Dall'Alpe Fillàr riprendiamo la salita verso il Belloni guadando un primo rio rigonfio d'acqua, dapprima in leggera pendenza che poi diventa ripida nel largo canale percorso dal Rio del Piccolo Fillàr che canta tra due bastioni di roccia, sono gli ultimi 500 metri di dislivello prima del bivacco. I 40 metri finali, dominati da un pilastro di granito, si impennano in un canalino di roccette e ciuffi d'erba e vanno percorsi con particolare attenzione.
Al bivacco ci accoglie il gruppo che ci aveva anticipato, mi aspettavo un "ma quanto ci avete messo, siamo già qui da una vita!", canzonatura generosamente risparmiataci, e così per ricambiare gli abbiamo nascosto il vero motivo del ritardo!
Sosta pranzo e foto di rito. Nel gruppo due inossidabili ottantenni e oltre: Alberto P.R. e Gianni D.
Il cielo si sta coprendo e a malincuore lasciamo questo balcone naturale sulla sconfinata parete est, ripercorrendo fino al bivio del Fillàr il percorso di salita.
Qui, sempre seguendo il percorso B40, scendiamo sulla morena del ghiacciaio che attraversiamo seguendo le paline poste ogni anno dal CAI di Macugnaga indicanti il passaggio più agevole tra i sassi; il tragitto è di continuo modificato dal movimento del ghiacciaio sottostante. Vicino un impressionante imbuto di ghiaccio risucchia tetro l'acqua di scioglimento, sembra l'ingresso degli Inferi.
In breve risaliamo al Belvedere per una dissetante sosta al Rifugio Ghiacciai del Rosa.
Infine alcuni scendono a Pecetto in seggiovia, il resto del gruppo a piedi lungo il B45 fino all'Alpe Burky e il B38.
Escursione con difficoltà EE, dislivello m 1.150, lunghezza percorso km 12, tempo percorrenza ore 6.30 - Cartografia di riferimento: 5 - Valle Anzasca - Monte Rosa - Macugnaga - 1:25000 - CAI Sezioni Est Monte Rosa - Editore Geo4Map. Attuale buona copertura telefonica.
Marcello