Il Cai Sezione Verbano Intra ha nel proprio calendario 2024 molte attività, escursionistiche e non, serate ed incontri, per meglio onorare e festeggiare i 150 anni della sezione. Una delle più belle escursioni è il Giro del Monviso. Sulla locandina preparata da Marcello, Marco e Franco per indicare tragitti, distanze e tempi di percorrenza, si legge “... attorno alla montagna simbolo del Club Alpino Italiano, salita per la prima volta nel 1863 da un gruppo di coraggiosi pionieri sotto la guida di Quintino Sella, dando così inizio al Club Alpino Italiano ed il via ad una serie di esplorazioni nella regione alpina per l’identificazione e catalogazione dei sentieri che formano lo storico percorso escursionistico che andremo a percorrere”….
Già, il Monviso, il Re di Pietra, Quintino Sella, rifugi storici, “qui nasce il Po”... C’è tutto per onorare nel miglior modo possibile i 150 del mio CAI VERBANO INTRA… Ne sono fiera e spero di riuscire ad esprimere tutto il bello di questi tre giorni.
Marcello si è dato un gran daffare, come sempre, preciso e solerte, partenza orari costi…. non sgarra in nulla.
19 luglio
Arrivo al Pian del Re, posteggiamo le auto che ritroveremo domenica, scarponi, bastoncini zaini e via; intorno lo spettacolo delle montagne, il sentiero che sale non troppo ripido, la foto con i piedi quasi nel Po “qui nasce il Po”: mi prende l’emozione nel vedere qualcosa che ho studiato, a scuola, o letto su qualche libro di geografia... Ho visto anche dove nasce il Po e mi emoziono!!
Si sale, una colonna di 24 escursionisti, il passo lieve di Marcello là davanti per non iniziare con fatica, ogni tanto la colonna si “sgrana”, foto a paesaggi di alta montagna, i miei pensieri che man mano salgo senza aver troppo affanno si fanno più leggeri. Il sentiero sale ancora dolcemente, su e poi su , in mezzo ad una vallata larga estesa, Marcello, Marco e Franco, le nostre guide, ci indicano vette e laghi, il lago di Fiorenza ed il lago Chiaretto, ...qualche slavinetta di neve da attraversare, ma tant’è … è il Giro del Monviso. Immenso paesaggio… procediamo adagio io e Lidia, con Marcello a dar mano forte, ancora una salita sul sentiero, una traversa sulla neve, il Colle del Viso, a destra il Monviso: che bella montagna, ripida, tosta, qualche canalone ancora con neve !!!
Intravvedo il rifugio Quintino Sella, le persiane rosse, sul pianoro, mi sembra ancora un po' lontano, ma adagio adagio arriviamo ed è un’emozione! Qualche temerario parte per il Viso Mozzo, salita bella ripida... Ma Marco con il suo passo lieve, senza affanno, aiuta tutti ad arrivare in vetta. Qualche nocciola, una barretta, sorsi d’acqua ..energetica, ed un meritato riposo. Mi giro intorno, il MONVISO lì, vicinissimo, il rifugio e la sua storia, una piccola chiesa, fotografie di chi ha provato la montagna , lasciandoci la vita, sono tanti…
Arrivano gli stambecchi, piccoli, corna ricurve e corte, vicinissimi, si lasciano fotografare senza paura... mah!
Ogni sguardo è un’emozione per me, non sono neanche tanto stanca, sarà il posto, ma mi sento serena. Intorno persone che ben conosco, parole di contentezza in tutti... davanti una vallata, alle spalle il Monviso.
Arrivano i temerari, forse qualcuno un po' stanco, ma tant’è: in vetta sono riusciti anche a cantare l’Inno d’Italia, la mano sul cuore! Bravi! Mi sembra che questi 150 anni siano ben ricordati e festeggiati.
La cena: chi pasta, chi minestrone e poi pollo o farinata, ed il dolce… un bicchiere di vino rosso per qualcuno. La sala è gremita, con noi altri escursionisti, gioia ed emozioni in tutti.
20 luglio
Si riparte, dopo una notte per qualcuno insonne.
Percorriamo un sentiero in piano, il rifugio si allontana, ma il Monviso rimane sempre lì al nostra fianco e poi alle nostre spalle, lago delle Sagnette, un attimo di sosta, un pianoro con tante pietre piantate in terra, sembrano lapidi, ma sono “ometti” di segnalazione... sembra un paesaggio quasi lunare! Si procede: ogni tanto si lascia strada a corridori che stanno facendo il nostro giro, di corsa, anche di notte. Allegria e battimani, forza!! Avanti e poi ancora avanti,un po' di salita, la vista ancora su laghi e montagne, attraversiamo passi e discendiamo: ahimè, la discesa, interminabile. Ma arriviamo tutti in fondo, ad un torrente, i piedi a bagno, caldo, mucche al pascolo, non voglio pensare alla risalita…
Si riparte, un sentiero in mezzo ai prati, ci siamo un po' persi, ciascuno procede con il proprio passo, Marcello e Marco là davanti, Franco ad aspettare gli ultimi.. Nessuno rimane indietro. Un alpeggio, la fontana con acqua fresca, su e poi su, il sentiero sale non troppo ripido, il fiato un po’ corto, ma lo spettacolo di queste montagne, immense, mi spinge a guardarmi intorno ed intanto procedo passo dopo passo. Arrivo, è una festa! Ci ritroviamo tutti e per tutti ..è una festa!!
Il rifugio Vallanta, gradini alti, a far anche da panca, seduti fuori, aspettiamo anche gli ultimi corridori!
Forza e coraggio!! Cena: minestrone o pasta, verdure e carne, pure il dolce, a qualcuno non manca il bicchiere di vino rosso…. Allegria , risate, serenità…
Domani è l'ultimo giorno, le mie ginocchia si fanno sentire, ma ormai è fatta!
21 luglio
Si riparte, il tempo non promette bene, anzi!! Ma mi sembra tutto così bello che se anche dovessi prendere una lavata, va bene comunque. Mi piacciono le partenze in compagnia, un più riposati, qualche parola, e via…
Si sale, il tempo non promette veramente bene, la stanchezza si fa sentire, ma avanti adagio adagio... Passo Vallanta e poi un traverso, la neve, siamo in Francia bisogna arrivare in Italia... si sale, neve e sassi e piove…
Ma va bene comunque... ci si aspetta, tutti al Buco di Viso, una corta galleria, ma con la neve si procede con cautela... Marcello procede un po’ più spedito, ma ormai il sentiero è diventato una mulattiera in mezzo ai prati... Piove a dirotto... Ma mi sembra che anche la pioggia voglia far parte di questo giro straordinario, lo racconterò all’infinito! Arriviamo alle auto, inzuppati come non mai, un saluto veloce e si riparte verso casa!!
Non so come mi sentirò domani, se le mie gambe vorranno ubbidirmi o mi chiederanno riposo assoluto.
Sono certa di una cosa: non sono mai stata così bene, il Monviso è un’emozione unica, la sua storia anche, le persone con le quali ho trascorso queste tre giorni formidabili, ma io in particolar modo ringrazio Marcello, Marco e Franco, perché con il loro aiuto sono riuscita ancora una volta ad emozionarmi non poco a guardare una montagna, e che montagna!!!
Grazie a tutte le amiche e gli amici di questa tre giorni, il Re di Pietra ci ha legati un po' di più!
Grazie alle nostre tre guide, insuperabili in tutto e per tutto!
Sento ancora di più che il 150° compleanno del CAI VERBANO INTRA è ancora una volta ben festeggiato.
Con gratitudine
Maria Grazia
19 luglio - Variante salita al Viso Mozzo (m 3019)
Arrivati al rifugio Quintino Sella verso le ore 14.15 banchi di nebbia e nuvole avvolgevano le cime, ben poche persone sembravano intenzionate a riprendere il cammino verso la cima del Viso Mozzo. Dopo aver pranzato nell’area pic nic del rifugio Quintino Sella ed essersi rifocillati con bevande fresche, consapevoli che si potevano lasciare i pesanti zaini al rifugio, ad uno ad uno i partecipanti hanno dato conferma di voler salire anche alla prevista variante. Alla fine, ore 15.15 esattamente la metà del gruppo, 11 persone guidate dal Presidente della Sezione, Marco Canetta, hanno intrapreso la ripida salita verso il “Viso Mozzo”. La salita è ripida e si seguono le tracce su strati di rocce rotte, lastroni e sfasciumi. Curiose femmine di stambecco con i loro cuccioli spuntano dalle rocce, per niente intimorite si soffermano a guardare gli affaticati viandanti mentre loro, con agili salti superano facilmente ogni ostacolo.
Tutti si soffermano pochi secondi a scattare fotografie. In poco più di un’ora la cima è stata raggiunta, una croce bianca stilizzata, in acciaio, con una targhetta intitolata a Piergiorgio Frassati svetta difronte al Monviso, dietro un precipizio di centinaia di metri, intorno, si intuisce il panorama mozzafiato, banchi di nebbia e nuvole, portati dal vento si susseguono e non liberano la cima del Monviso. I colori delle rocce, illuminati da sprazzi di sole svelano ogni singolo particolare ed anfratto e sono la gratificazione per la fatica. Difronte alla montagna tanto importante e storica per il CAI, in ricordo della prima ascesa che ha dato origine al Club Alpino Italiano ed a celebrazione del 150° anniversario del nostro sodalizio, è sorta spontanea la volontà di intonare l’Inno di Mameli, cantato con entusiasmo dai dodici partecipanti. Scattate le foto di rito, si riprende con molta attenzione il cammino in discesa per raggiungere il Rifugio in poco più di un’ora ed in tempo per la meritata cena. Grazie al nostro Presidente, Marco Canetta, per averci guidato.
Cristina