Il Cai Sezione Verbano Intra ha nel proprio calendario di attività un‘escursione sulle montagne di Ornavasso, per proseguire la conoscenza di alpeggi ai più sconosciuti... le “mie montagne” i “miei alpeggi”…
Inutile dire che ne sono particolarmente contenta, quasi emozionata: in un alpeggio, allo Steit, da bambina trascorrevo le estati, scivolando nei prati con panche rivoltate come slitte, giocando con altri ragazzini, cercando cavallette... eravamo in tanti, tutte le case aperte; poi crescendo la salita all’alpe è un po' venuta meno, altri interessi, infine da adulta, l’attaccamento all’Alpe si fa ancora molto sentire, spesso parto, vado allo Steit per ritrovare pace, serenità, silenzio.
Il ritrovo è in Piazza delle Scuole, ad Ornavasso, non tanto presto, Luigi sa tempi di percorrenza, salite, orari di soste; siamo numerosi, amici che non vedo da un po'... il cuore “mi si apre”!!! Si sale dalla Piana, a ridosso del paese, il sentiero sale dolcemente, intorno boschi, piante che chiedono un po' di pioggia per poter fiorire, foglie secche, chiacchiere con Franco e Ada, Luigi racconta, indica alpeggi sul versante opposto, i segni del disastro di qualche anno fa, piante sradicate, la natura non perdona ... Il primo alpeggio, Micerp, la cappelletta, senza dipinti ormai, case diroccate, Franco ci gira intorno, spiega di carbonaie; i ricordi ritornano a mio nonno Giacobbe, quando saliva sin qui a far legna, e poi scendeva in paese con il suo carico legato con corde...
Si sale ancora, la cappella dell’Uccellino, o Madonna del latte, bella, tenuta bene, il tetto di piode il cancelletto di legno, la statuetta della Madonna, di legno, si trova al museo parrocchiale, ora al posto suo un quadro, qualche lumino.. Si riparte, attraverso boschi, in basso il paese e la sua piana, il passo è dolce, mi dà modo di scambiare due parole… Un altro alpeggio abbandonato, case in pietra, muri che ancora resistono, piante che ora arrivano sulla soglia di casa, un Madonna dipinta su un muro, colori sbiaditi, ma ancora visibile il viso, ripenso alla vita di un tempo, case e prati, ora boschi e pietre che cercano di restare lì, impettite, a testimonianza anche del tanto lavoro fatto. Si sale, camminando sulle foglie secche, Faramboda, qualche casa ristrutturata, Gilberto ci apre la sua, anche lui sale spesso al suo Alpe, lui ed il suo cane, a piedi. A volte lo incontro di domenica mattina presto, ciascuno diretto al proprio alpeggio, due parole e via.
Si riparte, Luigi dà il tempo, una processione, qualcuno ci lascia per altri sentieri, forse ci ritroveremo al ritorno.
La salita si fa un po' ripida, e poi il sentiero è ricoperto di foglie secche, scivolose …. Franco, per ultimo, rincuora chi comincia ad avere il fiato un po' corto, ogni tanto sistema qualche sasso, sposta rami … un vero montanaro!
Boschi di faggi, sosta vicino ad un cartello, Ulmaini, nome Walser, la direzione... eccoci arrivati … gli alpeggi dell’altro versante si vedono bene, la Cappelletta del Buon Pastore, un puntino, in cima, nel cielo, la strada per il Massone, un po' di neve ancora. Noi riprendiamo, in mezzo alle foglie, facendo attenzione. Il Belgrot con vista spettacolare sulla piana del Toce, il lago Maggiore, il Mottarone, il Montorfano… sole cielo terra. Qualche risata, Guido sa tante barzellette, tante foto.. Da bambina salivo al Belgrot con mio papà, era la gita della domenica, un vista sino ... alla Madonnina del Duomo, se l’aria era tersa; non ricordo di averla mai vista, ma così mi raccontavano e perché non credere!!??? attorno tanti bruc (erica) rosa, ginestre ed arbusti... Ora il bosco di betulle si sta allargando... Si riparte, lasciamo tale splendida vista per arrivare ad altre case, sempre alpe Ulmani, noi degli alpeggi per distinguere lo chiamiamo “della Mariuccia”, proprietaria di una splendida baita, con fontana, tavoli e panche ed una vista sull’altro versante e sui Corni di Nibbio, spettacolosa.
Sosta pranzo, risate a volontà, pensieri che volano. Alpe Breitavon, anche qui baite rimesse a nuovo, prati e boschi, qualche parola con gli alpigiani, che conosco da sempre, e giù, percorrendo la strada sterrata, costruita non da molto, che ha tagliato il vecchio sentiero, ma d’altra parte, forse era necessaria, per non lasciar morire i nostri alpeggi…
Amonto, il torrente ora quasi in secca, e poi lo Steit di ..là. Il “mio alpeggio” è diviso in due, nel mezzo la cappelletta, con la Madonna appena restaurata e la campana: lo Steit di qua e lo Steit di là... Non c'è mai stata una rivalità, forse tra i nonni, qualche malumore vai a sapere, io ricordo i nostri padri, tutti, a giocare a bocce, a parlottare del più e del meno, seduti sotto il noce, un tavolo, la bottiglia del bianco o nero, pane e salame…
La mia casa è aperta, una grande emozione e commozione per me portaci gli amici di oggi... ci aspetta qualche fetta di colomba pasquale, caffè… un bicchiere di spumante. Si riparte. Ripercorriamo un sentiero che ci porterà all’Alpe Utusvendi, baite chiuse, ristrutturare, tenute bene…
Giù e giù, San Bartolomeo, il Santuario del Boden, entriamo, in doveroso silenzio, un preghiera, il segno della croce; si riparte, percorrendo la strada asfaltata, la vecchia mulattiera, la via Crucis é ancora inagibile, le piante cadute, qualche cappella rovinata. Peccato. Giù e poi giù, arriviamo da dove siamo partiti.
E’ stata una splendida domenica.
Ringrazio Luigi, per le tante parole sugli alpeggi, i suoi ricordi che, come i miei, mi hanno riportato indietro, con un po' di... commozione!
A tanti amici di oggi, per me e per Luigi, vedervi così numerosi e permetterci di far conoscere i nostri alpeggi è stato di grande soddisfazione… I nostri nonni e i nostri padri, ovunque essi siano, con lo sguardo attento e gli occhi ridenti, credo ci abbiano accompagnato per tutto il tragitto!
Grazie al Cai Verbano Intra, che ha permesso di far conoscere questi alpeggi, a me particolarmente cari.
Con infinita riconoscenza ed affetto
Maria Grazia