“Attraversare il Salento è come guardare la punta di un iceberg ...il bello è ciò che non si vede ed è tutto da scoprire”.
Cosa dire di questo trekking?
Aspettato tanto, per la voglia di staccare dal quotidiano, pur bello che sia!
Sospirato più volte, per le parole di chi c’era già stato: bello, caldo ed il mare... vedrai!!!
E poi lo stare insieme, come negli altri trekking, in tanti, le risate, la fatica ….
17 settembre: Lecce, capitale barocca del Salento
Si parte, in pullman, per Malpensa. Attesa, imbarco, è già un’avventura, ci siamo tutti, i conti non tornano, ne mancano due, ci raggiungeranno il giorno successivo, dopo qualche peripezia. Brindisi e poi Lecce.
Lecce, città barocca, entriamo attraverso un portale di sasso, la guida solerte racconta, mi guardo intorno , camminiamo su strade lastricate, intorno palazzi molto decorati con angioli, figure sofferenti , facce, foglie e tanto altro... Il colore della pietra chiara quasi abbagliante... Pioviggina, con ombrelli e mantelline e la guida là, davanti, a raccontare, visitiamo il duomo, con altari barocchi , colonne contorte e quadri imponenti... Racconti di Santi, martiri, torture... Un preghiera veloce, il segno della croce, si prosegue.
L’anfiteatro di origine romana, alla luce solo in parte, attorno palazzi e portali…
Tanta storia, antica o meno, pirati, i turchi... vendette, paci…
Il barocco mi piace, ricco, opulento,a volte persino troppo, ma così tanto, tutto in una volta, mi prende il fiato. Il pranzo, le puccine, un assaggio della cucina salentina, buona, allegria, chiacchiere, risate, lo sguardo alle botteghe, vasi e vasetti colorati, maschere di carta pesta… Confusione ed aria di festa.
18 settembre: Giurdignano: Il giardino megalitico
Oggi conosciamo Mario, la nostra guida durante tutto il trekking, ragazzo a dir poco simpatico, ma soprattutto esperto e professionale, riuscirà a trasmettere in noi tutta la bellezza del Salento, ma non solo: al termine viaggio promette di arrivare sino ai nostri luoghi e noi promettiamo di andarlo a trovare tra i vigneti e gli ulivi del suo Aspromonte!
Ogni promessa va mantenuta!
Si parte.
Mario racconta di dolmen, grandi pietre, costruzioni a secco, due pietre verticali infisse a terra ed una più grande in orizzontale a tetto. Pare, un tempo, fossero state tombe e poi, in periodi diversi, utilizzati per motivi vari, anche per riporre attrezzi utilizzati nella campagna; e i menhir, anch’essi costruzioni megalitiche, un unico masso conficcato nel terreno, in verticale. Mario narra anche di leggende e tradizioni, di benedizione degli ulivi nella Domenica delle Palme... Ascoltiamo, curiosi di scoprire anche …la bellezza storica del Salento. Camminiamo nella campagna in fila indiana, tra ulivi e muretti a secco, ai bordi di campi arati, zolle scure, enormi piante di fichi d’India, e poi, tanti ulivi, piante secche, malate, inutilizzabili, a dimostrazione che la forza della natura a volte può essere prepotente. Ma tant’è lo spettacolo della campagna è comunque meraviglioso, l’incontro con un pastore, Giuseppe, e le sue pecore che si disperdono nei campi. Giuseppe racconta, felice di poter chiacchierare, foto di gruppo, sorridenti come non mai. Pausa pranzo seduta su massi bianchi, amici sparsi qua e là, il sole scalda, mi riempie ancor più di gioia ed è solo il secondo giorno! Si riparte, il cammino è ancora lungo, ci resta la visita al frantoio, sottoterra, testimonianza di altri tempi, lavoro duro, sia per gli uomini che per gli animali.
A sera, con Maria, Cesare e Mariapia scopro le meraviglie di Otranto: le mura, la Cattedrale e la basilica bizantina; splendida città sul mare, il porto, le barche, la piazza, il tramonto….
A cena l’allegria si sente, canti e risate, con Mario che passa da un tavolo all’altro con la bottiglia di vino rosso, invitante, quasi a voler infondere ancor più ...serenità!!!
19 settembre: Alimini, da Torre dell’Orso alla Baia dei Turchi
Oggi si camminerà lungo il litorale, un saliscendi sulle falesie e sulle spiagge di sabbia, Mario là avanti, con il suo passo regolare, un’occhiata indietro, a controllare il gruppo, impossibile che qualcuno si perda. Sole e mare, onde impetuose ad infrangersi sugli scogli, i Faraglioni “Le due Sorelle”, foto a volontà, Mario racconta, non tralascia nulla, ogni tanto si ferma ad indicare qualche arbusto, secco o profumato.
Si prosegue, passo dopo passo, dapprima su alte falesie, sperando anche nella sosta pasto e un bel bagno, e poi nella Pineta di Frassanito; la stanchezza inizia a farsi sentire… I laghi Alimini, specchi d’acqua, uno circondato da folte pinete e macchia mediterranea, con acqua salata perché il mare confluisce, l’altro di acqua dolce, alimentato da canali e sorgenti. “Costituiscono uno dei luoghi naturali più pregiati del Salento, con un ecosistema che ospita varie specie animali e vegetali, proposta come Sito di Importanza Comunitaria europeo (SIC).” Non ci facciamo mancare proprio niente, grazie Mario!
20 settembre: Otranto porta d’oriente
Oggi partiamo direttamente da Otranto, a piedi, asfalto e poi sterrato, per giungere sino ad un lago all’interno di una vecchia cava di bauxite, intorno terra friabile di un intenso color rosso, alberi verdi ed arbusti giallastri, le acque del lago verde smeraldo a contrasto con tutto intorno: una tavolozza di colori! Foto e si riparte, il cammino è appena iniziato.
Percorro sentieri sterrati, arbusti bassi, qualcuno rinsecchito, il mare sempre più vicino, il sole caldo, la natura appagante mi infonde serenità. Percorriamo un sentiero a mezza costa, il mare verde smeraldo e blu intenso a fianco, si sale e si scende, facendo attenzione, il faro della Palascia sempre più vicino.
Siamo nel punto più orientale d’Italia, quasi tocchiamo L'Albania, si vedono i suoi monti, Mario spiega di sbarchi, tanti, anni fa, la storia si ripeterà, anni dopo in un altro pezzo d’Italia… Si prosegue, spediti, attraverso campi arati e prati rinsecchiti, vigne basse coperte da erba, Masseria Cippano, grande, imponente, con stalle, abbeveratoi, scale e portici, abbandonata. Pranzo al sacco e poi musica e canti, tarantole e battimani, tamburelli e chitarre. Mario ancora una volta ci sorprende con gli amici musici e canterini. Le ore trascorrono in fretta, aria di festa, si riparte ancora in fila indiana, una lunga fila tra campi ben arati e falesie di sassi bianchi ed erbe profumate. Torre Sant’Emiliano, la baia di Enea e di Porto Badisco, con La Grotta dei Cervi, una grotta naturale con al suo interno non pochi graffiti, vero e proprio complesso pittorico, risalente al Neolitico, così spiega Mario, ora chiusa e riparata da inferriate.
Terra, mare, sole, giornata intensa, grazie Mario!
21 settembre: Le vie del sale e le grotte Cipolliane
Si parte, nuovamente. Mario ci porta in saline, lungo la costa, zona frastagliata dalle onde del mare impetuose, in tempesta, l’acqua si deposita in buche per poi evaporare e lasciare il sale. Lo spettacolo meraviglioso, nero, grigio, bianco, in pendenza sul mare, a volte scosceso. Mario racconta di contrabbando, di sacchi di sale portate a dorso di mulo, di pecore e pastori, salite impervie...
Discesa alle grotte delle Cipolliane , cavità enormi a strapiombo quasi sul mare, roccia frastagliata, erosa dal mare e dai venti, sabbia ai piedi, mare di fronte ...meraviglia della natura.
Si riparte, facendo attenzione, il sentiero è impervio. Percorriamo un tratturo tra muretti a secco e profumi di erba cipollina, timo e origano ed enormi piante di fichi d’india.
Il canale di Ciolo, fiordo tra pareti di roccia strapiombanti e mare cristallino verde e blu, il ponte che unisce i due versanti è altissimo.
Si riparte, di nuovo, in bus. Santa Maria di Leuca, il santuario, anch'esso di pietra abbagliante; entriamo in religioso silenzio, un’altra preghiera per me, per tutti, la piazza, il sole, il mare. Come non sentirsi la pace, sereni come non mai! Si riparte, Gallipoli!
22 settembre: Parco naturale regionale di Punta Rizzo
Oggi attraverseremo il Parco Naturale Regionale “Isola di Sant’Andrea” e litorale di Punta Rizzo. Mario spiega quanto troveremo e potremo osservare, pinete, arbusti, piante di corbezzolo, mirto, ginestre, rosmarino, timo… la torre borbonica. Mario indica l’isola di Sant’Andrea e il suo faro, non lontana e non più visitabile perché vi nidificano alcune specie di uccelli, come il Gabbiano Corso ed è una riserva naturale, tappa delle rotte migratorie dell’avifauna.
Passo dopo passo, lasciando scorrere i pensieri e volgere lo sguardo su ciò che mi circonda, più che appagante, percorro il litorale, un saliscendi meraviglioso, con le onde del mare che arrivano impetuose, quasi travolgenti, a lambire … i miei scarponi. Spiaggia e pinete, alti arbusti e licheni, sole e mare, vento... Un gran ben di Dio! Oggi niente bagno, mare impetuoso, volteggiano vele...
Gallipoli, il centro storico, situato su un’isola ricca di palazzi, alti, la Cattedrale di Sant’Agata, la chiesa di San Francesco di Paola, vie strette e selciate, profumi, negozi di carta pesta, ceramiche... e il borgo nuovo, collegati da un ponte, la parte più moderna della città.
23 settembre: Porto Selvaggio
Si parte, il percorso ancora in un’area protetta, falesie, pinete…
Sentieri tra arbusti e mare, alte falesie, sassi bianchi, la torre dell’Alto e di Uluzzo …
Ci fermiamo di fronte ad una baia, il mare blu, azzurro, verde, vegetazione incontaminata. Mario racconta di chi ha voluto che questa area in questa zona splendida della Puglia restasse così, ricca di vegetazione, erbe profumate, mare cristallino… In silenzio ascoltiamo... una panchina dipinta di rosso …. una scritta, Renata Fonte, una donna contro tutti…
Si riparte, ci aspettano baie e calette, oggi sicuramente bagno a volontà.
Ma no, polizia, tende, motoscafi... si sta girando un film, zona interdetta… Niente bagno, accidenti. Mario, come sempre intrepido e professionale, parlotta con chi di dovere, in fila, quasi in silenzio, sbirciando qua e là, riusciamo a passare tra tende e macchinari e riprendiamo il sentiero.
Il cielo terso, arbusti verdi, sassi bianchi e scogli. Il sentiero impervio, suggestivo, in lieve salita, Mario indica lassù! Ci arriviamo tutti lassù, una vista spettacolare, come tanti visti in questi giorni, e poi si scende, pausa, il tempo di ...raccogliere le idee e fare due chiacchiere, e si riparte, un saliscendi continuo, tra sassi bianchi e bassi arbusti spinosi...
Siamo arrivati al bus, destinazione Abbazia di Santa Maria di Cerrate; dopo tanto barocco, la chiesa mi sembra quasi povera e disadorna, ma non è così: la guida racconta, indica dipinti ed altari, il porticato, la fontana, orti di agrumi profumati... Foto di gruppo. Si deve rientrare, preparare le valigie, domani si ritorna a casa!
24 settembre: Galatina e abbazia di Cerrate un bene del FAI
Valigie pronte, qualcuna pesata, caricate sul pullman; ma c’è ancora tempo per visitare Lecce, palazzi e chiese, cattedrali, negozi … acquisti di taralli e tarallini, orecchiette e pasticciotti e poi il pranzo... quasi luculliano, vino buonissimo, allegria a sazietà…
Ma è tempo di ritornare, grazie Mario, grazie Salento!
Alla fine, cosa dire di questo viaggio: molte cose!
Amici ritrovati, la bellezza delle città che non mi aspettavo, il mare dai mille colori, le falesie, sassi bianchi, spiagge silenziose… Serenità ed allegria... Passi tanti passi, i miei pensieri liberi, parole leggere, risate, canti…
- “Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore” Confucio
Grazie a Mario, con la speranza di ritrovarci…
Grazie a Franco Rossi, tutto è stato perfetto.
Grazie ai tanti amici di questo viaggio, per le parole, l’allegria, la gioia, i canti, le risate e la fatica condivisi e “Viaggiare rende modesti. Ci mostra quanto è piccolo il posto che occupiamo nel mondo” Gustave Flaubert.
Maria Grazia